Troppe versioni, un solo indagato

Troppe versioni, un solo indagato
Resta in carcere Nicola Stella, il 38enne di Lendinara accusato dell'omicidio di Massimo Negrini, il 51enne imprenditore di Giacciano con Baruchella, trovato morto in un canale...

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Resta in carcere Nicola Stella, il 38enne di Lendinara accusato dell'omicidio di Massimo Negrini, il 51enne imprenditore di Giacciano con Baruchella, trovato morto in un canale nella campagna lendinarese, a poca distanza dall'abitazione di Stella e del casolare, sempre di proprietà della famiglia del giovane, dove si è consumato l'assassinio. Ieri gli elementi di prova contro il 38enne sono stati vagliati dal gip Piero Mondaini che ha convalidato il fermo e disposto la custodia cautelare in carcere. Al momento è lui l'unico indagato per l'omicidio, anche se nel corso dell'interrogatorio, assistito dall'avvocato Laura Giolo, ha continuato a professarsi innocente, ribadendo che il colpevole sarebbe un cinese con il quale lui e Negrini facevano affari. Una pista che gli inquirenti, nonostante non appaia del tutto credibile, continuano a seguire. Le indagini, infatti proseguono e si cerca di definire in ogni minimo dettaglio il quadro degli indizi messi insieme.

Stella è stato sentito dai carabinieri della piccola stazione di Trecenta già lunedì notte, verso le 4, poche ore dopo che la madre di Negrini, che aspettava il figlio per cena e non aveva più sue notizie, ne aveva denunciato la scomparsa. Il racconto di Stella, particolarmente fumoso, ha insospettito militari che hanno subito avvisato il Nor di Castelmassa ed il Reparto operativo di Rovigo. Stella è stato nuovamente interrogato il giorno seguente e i continui dettagli che aggiungeva al suo racconto hanno di fatto instradato gli inquirenti che hanno così ritrovato il cadavere ed il luogo dove si è consumato il delitto, all'interno del casolare abbandonato. Qui, oltre alle tracce ancora evidenti nonostante il tentativo di cancellarle, sono spuntati fuori i vestiti della vittima e la sua pistola. Ma non sarebbe stata quella l'arma usata per ucciderlo.

Secondo gli inquirenti, coordinati dal sostituto procuratore Monica Bombana, infatti, Negrini sarebbe stato ucciso con un colpo sparato con una carabina, una delle armi che Stella teneva in casa, regolarmente registrate e sequestrate nel momento stesso in cui è stato disposto il fermo. Il riscontro a questa ipotesi arriverà a breve, visto che ieri si è tenuta l'autopsia sul corpo della vittima dal quale si conta di estrarre il proiettile che lo ha ucciso. La perizia balistica permetterà di stabilire senza ombra di dubbio quale sia stata l'arma che ha sparato. Le indagini proseguono: da un lato il Ris è al lavoro sui campioni che sono stati raccolti nel casolare nonché nella macchina di Negrini, una Jeep Cherokee Truck bianca, trovata parcheggiata a Badia Polesine. Anche questi spostamenti sono al vaglio degli inquirenti, che stanno analizzando i filmati delle videocamere e le tracce lasciate dai cellulari.
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Il Gazzettino