«Troppe restrizioni, incassi in calo del 20%»

«Troppe restrizioni, incassi in calo del 20%»
LA POLEMICATREVISO Rassegnati. I commercianti trevigiani reagiscono così alla nuova ordinanza regionale, quella che fissa un tetto, a seconda dei metri quadri, al numero di...

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LA POLEMICA
TREVISO Rassegnati. I commercianti trevigiani reagiscono così alla nuova ordinanza regionale, quella che fissa un tetto, a seconda dei metri quadri, al numero di clienti che possono entrare nei locali. Il nuovo inasprimento prescrive un massimo di una persona per i negozi che hanno dimensioni fino a 40 metri quadri e di una persona ogni 20 metri per quelli che stanno al di sopra della soglia dimensionale. Il governatore Luca Zaia ha però smorzato l'obbligo dei controlli per quanto avviene fuori dagli esercizi commerciali, tra le persone in attesa di entrare. Ha fatto appello al buon senso invitando tutti a rispettare le distanze, ma sfumando sulle responsabilità dei commercianti nel caso qualcuno non osservasse le disposizioni prima di varcare la soglia d'ingresso. Sui clienti all'interno dei locali, invece, l'attenzione dei titolari dovrà essere massima altrimenti rischiano anche la chiusura temporanea dell'attività. Le nuove disposizioni hanno però sollevato mugugni a non finire. I conti delle possibili perdite li fa la Confcommercio, stimando una flessione a doppia cifra, un valore che sta fra il 15 e il 20% dei fatturati. «Ci hanno detto - dice il presidente Federico Capraro - che ci si infettava al bar o al ristorante ma solo di sera, ora viene fuori che il contagio si propaga nei negozi. Certe cose si devono dimostrare però, questa è una ordinanza che impone un inasprimento ai nostri negozi ma restituisce un beneficio in campo sanitario pari a zero». «A soffrire di più - precisa - saranno i settori tradizionalmente trainanti dello shopping natalizio, come l'oggettistica, l'abbigliamento, l'intimo e in generale i piccoli negozi. Indubbiamente piove sul bagnato per un settore che già paga il prezzo più alto alla pandemia. È una ordinanza incoerente che provocherà altri danni al comparto già con le ruote sgonfie. Peraltro è allucinante che i negozianti debbano vigilare anche su quello che succede al di fuori. Io devo vigilare su ciò che avviene all'interno del mio spazio, quello che succede all'esterno sta in capo al singolo e al suo senso di civiltà. È sbagliato e inutile far fare ai commercianti i vigili contro gli assembramenti».

IL DISAGIO
La nuova ordinanza ha già creato un momento di grande confusione. In una farmacia del centro erano giorni che veniva esposto un cartello che prescriveva in quattro persone il massimo di clienti che potevano accedervi. Adesso devono rifare i calcoli. «Ci stiamo lavorando - dicono - sulla scorta delle mappe catastali, l'impressione è che dovremo ridurre l'affluenza forse fino ad uno, massimo due». In una tabaccheria dentro le mura già oggi si entra uno per volta: «Ma il vero problema - spiega Arianna, una delle titolari - è controllare quello che succede fuori. Noi qui raramente siamo in due questa cosa che si debba evitare l'assembramento delle persone in coda francamente mi mette l'ansia». «Noi - spiega una commessa del negozio And Camicie, poco lontano da piazza dei Signori - già abbiamo deciso di chiudere alle 18,30 quando in centro non gira più nessuno. Con il fatto che dovrà entrare solo un componete per nucleo familiare, considerato che non potremo ospitare più di due persone, temo che gli affari possano ulteriormente flettere».
IL CONTO

A Sephora, il franchising del make up, hanno calcolato che di persone potranno entrarne fino ad un massimo di dieci. «Non abbiamo ancora la cartellonistica pronta - spiega la responsabile del punto vendita - intanto sarà la persona che si occupa della sicurezza a verificare gli accessi». In mezzo a tutto questo c'è chi si ostina a non rispettare le regole più basilari. «Sono mesi difficili - scrive la direzione del Camelia Bakery, pasticceria di Via Palestro - in cui le ordinanze cambiano di settimana in settimana a causa della gravità della situazione in cui ci troviamo. Ieri purtroppo è accaduto un fatto inaccettabile: il nostro personale è stato pesantemente offeso per aver chiesto ad un cliente di mantenere la mascherina indossata in attesa del caffè e rimuoverla esclusivamente per il tempo necessario alla consumazione». Pare che il cliente abbia apostrofato una delle dipendenti dicendo «Come c...o ti permetti di dirmi cosa devo fare...se sei una dipendente stai zitta e fregatene, in 60 anni non ho mai preso ordini da nessuno, chi c...o sei tu per dirmi cosa devo fare...». Esempio di inciviltà.
Denis Barea
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino