Dai nominati del Porcellum agli eletti del Proporzionale il passaggio è traumatico. Lo dimostrano i tanti parlamentari-transfughi in cerca di un seggio. Angelino Alfano tira...
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I giochi vanno però in tutt'altra direzione perché, malgrado le rassicurazioni che offrono molti big azzurri - da Tajani a Romani passando per Ghedini - il Cavaliere punta a tenersi stretto l'attuale sistema. Ai ritocchi credono poco il Pd, FI e lo stesso M5S. Discutere in Aula di soglie e preferenze di genere significherebbe aprire le porte ad emendamenti che cancellerebbero sicuramente i capilista bloccati che invece piacciono a tutti i leader di partito. Resta il fatto che, dopo i capilista, unica chanche per tornare in Parlamento sono i voti di preferenza. E questo spiega la caccia berlusconiana ai signori delle preferenze.
Nei giorni scorsi è stato Berlusconi a promettere «un profondo rinnovamento basato su nuovi protagonisti, non politici di professione, ma donne e uomini della società civile».
Per evitare di terremotare anzitempo i suoi gruppi, il Cavaliere ha anche promesso «rispetto per chi ha lavorato con lealtà» in questi cinque anni, ma il pagamento delle quote non basterà a molti per superare il limite dei tre mandati che il Cavaliere intende adottare. Salvo deroghe. Un tetto che piace molto anche a Renzi. Sotto la tagliola del tetto rischiano di finire molti big del Pd ai quali potrebbe però essere concessa una deroga. Gentiloni, Minniti e Franceschini hanno quattro legislature a testa, Orlando tre. Elenco alla mano è facile notare che è proprio la corrente del ministro dei Beni Culturali ad avere più parlamentari di lungo corso mentre i renziani sono quasi tutti alla prima legislatura.
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Il Gazzettino