Travanut: «Voterò in coscienza, anche contro»

Travanut: «Voterò in coscienza, anche contro»
TRIESTE - «Debora Serracchiani può seguitare gli esercizi di pavoneggio, ma una cosa è certa: se un qualche provvedimento regionale importante non sarà condiviso nella...

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TRIESTE - «Debora Serracchiani può seguitare gli esercizi di pavoneggio, ma una cosa è certa: se un qualche provvedimento regionale importante non sarà condiviso nella sostanza dalla mia coscienza, non esiterò a votare contro».

In questa asserzione senza formule dubitative di Mauro Travanut, consigliere regionale Pd, sta il cuore delle possibili conseguenze che lo scisma della Sinistra Dem può indurre anche sul terreno regionale. Travanut è un bastian contrario e su tale connotazione politica ha sviluppato un carisma personale non replicato da altri nell'aula di piazza Oberdan. Tuttavia «non sono il solo in Consiglio - puntualizza - sebbene mi renda conto che saltare il fossato sia riconducibile a una questione di coraggio, un valore assai raro». Il consigliere rivendica di essersi guadagnato il marchio dei rivoltosi già in tempi non sospetti, nel 2009, quando pose dieci quesiti non allineati a Debora Serracchiani. Il resto è un postulato di quella primordiale frattura.
Sta scritto nell'Antico Testamento che «non seguirai la maggioranza per agire male»: Travanut il filosofo, per via della sua straordinaria e colta passione per il Pensiero, ricorda che «votare contro i voleri della Giunta per me non sarebbe affatto la prima volta», sebbene abbia lucida consapevolezza che da qui a ribaltare i numeri del Centrosinistra il passo potrebbe non essere breve. E che in ogni caso non produrrebbe alcun effetto diverso dal ricorso alle urne insieme (o subito dopo) le elezioni parlamentari, stante la sempre più probabile rotta di Serracchiani per uno scranno romano.
Quel ch'è certo è che la salita del Centrosinistra verso il voto regionale, che già si proponeva in salita, comincia ad assumere le sembianze di un ardito passo alpino con tanto di tornanti a giro stretto. Sempreché il Centrodestra regionale dimostri la capacità di trarne profitto, tesi questa ancora da dimostrare sul terreno pratico.
Sul fronte parlamentare, data per scontata l'uscita dal Pd di Carlo Pegorer e probabile quella di Gianna Malisani, resta da definire la posizione di Lodovico Sonego, il senatore bersaniano che senz'altro sembra incamminato sulla medesima strada anche se al momento non agita ai quattro venti i vessilli dello scisma e sembra attendere per darne l'annuncio.
Una questione non peregrina: con le elezioni a sistema maggioritario in Friuli Venezia Giulia, la Sinistra del Centrosinistra cosa farà? Porterà comunque dell'acqua al vecchio mulino, sia pure riottosamente, o getterà qualche tanica di benzina su una tramoggia elettorale già lambita dal fuoco?

Maurizio Bait
© riproduzione riservata
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Il Gazzettino