(m.luc.) Una cosa è sicura: la fusione tra le due Ulss polesane e la Bassa Padovana non avrà mai luogo. Il direttore generale Antonio Compostella è stato chiaro in merito,...
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È pure certo che ormai il processo che porterà a un'unica azienda sanitaria provinciale è iniziato e non si fermerà. L'1 gennaio del prossimo anno la nuova legge regionale diventerà operativa. «Arriveranno poi i decreti attuativi - spiega il direttore - e con loro le nuove schede ospedaliere. Nell'attesa di sapere cosa ci aspetta, lavoriamo sui nostri tre ospedali provinciali. La cosa prioritaria è quella di salvaguardare il ruolo di "hub" di Rovigo e per questo, come detto, è necessario procedere con degli interventi». Il consigliere tosiano Antonio Rossini, così come anche altri, tra cui Renato Borgato e Alba Maria Rosito, hanno sollevato preoccupazione sul destino degli ospedali di Adria e Trecenta: «È vero che le strutture ospedaliere rimarranno, ma bisognerà capire come funzioneranno, come saranno ridotte le prestazioni e i servizi all'ammalato e se si terrà conto dei numerosi chilometri della dorsale del Polesine». Compostella ha rassicurato tutti in tal senso: «Adria e Trecenta manterranno i loro presidi e le loro funzioni. Però, come sta già accadendo, per esempio Trecenta sarà l'ospedale deputato a ospitare gli interventi meno impegnativi, la riabilitazione per non contare i 30 posti letto intermedi». Per quanto riguarda, infine, le sale operatorie di Rovigo, il direttore ammette: «È vero sono ridotte perchè c'è carenza di anestesisti. Ma è un problema che stiamo risolvendo. Così come quello delle attese in pronto soccorso».
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Il Gazzettino