«È un fatto: nelle municipalità non possiamo più amministrare. A questo punto non ci resta che impiegare il nostro tempo per fare politica, partendo proprio da questi...
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«Le sedi si stanno svuotando, la gente se ne va dice Trabucco - È disarmante non poter più dare risposte ai cittadini, nemmeno nell'assegnazione di uno spazio per una festa, nell'esenzione ai contributi per un manifesto. E intanto assistiamo all'immobilismo della giunta e di un sindaco che non fa che giustificarsi tirando in ballo la precedente amministrazioni con giudizi ingenerosi e scuse pretestuose».
La responsabilità dell'immobilismo, però, è anche del Pd, troppo preso dalle proprie questioni interne. «Il Pd arranca, in generale, come tutti i partiti. E qui a Venezia in particolare, dove ci si limita a controbattere di volta in volta le affermazioni del sindaco. Dobbiamo prendere atto che il ciclo Cacciari, in cui è stato prima sindaco e poi mentore, si è esaurito con Orsoni. Dobbiamo ricominciare da un'altra prospettiva: le municipalità, ora di fatto inutili, potranno essere la dimensione giusta per tornare a parlare alle persone, a batterci per il welfare, per i servizi sociali che la giunta sta smantellando».
Insomma, se vuole battere Brugnaro, o rappresentare una vera alternativa, il Pd deve ricominciare a fare il partito di sinistra. Ma la scissione potrebbe dare il colpo di grazia: «Se il Pd perderà un pezzo dei suoi componenti finirà per snaturarsi. E io non resterò in un partito che non è quello di dieci anni fa conclude -. Non mi convince una formazione targata Bersani D'Alema, ma non resterò in un Pd che non è più quello con cui ho lottato per tanti anni».
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Il Gazzettino