IL DIBATTITOdal nostro inviato SUSEGANA (TREVISO) Lo scontro sul nome Prosecco è una disfida fra collina e pianura. Una contesa...
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dal nostro inviato
SUSEGANA (TREVISO) Lo scontro sul nome Prosecco è una disfida fra collina e pianura. Una contesa su 1 euro al litro, la differenza che storicamente aveva sempre distinto i prezzi della Docg e della Doc, ma che col tempo si è sempre più assottigliata, al punto da ridursi nell'ultima vendemmia a circa 70 centesimi: un margine troppo risicato per compensare i più alti costi della viticoltura eroica rispetto alle coltivazioni cittadine. Per questo, in occasione della prima vendemmia dell'èra Unesco, anche Coldiretti Treviso sottolinea la necessità di valorizzare maggiormente sull'etichetta la dicitura Conegliano Valdobbiadene: «Serve un tavolo di concertazione fra i Consorzi di tutela, la Confraternita e le associazioni agricole sottolinea il presidente Giorgio Polegato perché la provocazione lanciata in questi giorni ha una radice tutt'altro che banale».
I COSTI
Spiega Giancarlo Vettorello, responsabile vitivinicolo di Coldiretti Veneto: «Ogni singolo vigneto fa storia a sé, perché le variabili sono molteplici e i calcoli non sono standardizzabili. A spanne però possiamo dire che una produzione di collina può richiedere anche 500-600 ore di lavoro per ettaro, mentre in pianura possono bastarne 200-250». Ma nella vendemmia 2018 il vino sfuso è stato venduto mediamente a 1,80 euro al litro nella Doc e a 2,50 nella Docg. «Dobbiamo tornare almeno a quell'euro di differenza che c'era prima sottolinea Polegato nel rispetto della Doc che rappresenta un forte traino per la Docg soprattutto nei mercati esteri, ma anche per rispetto al lavoro di coltivatori che operano in condizioni oggettivamente più difficili e onerose».
LA SCELTA
La libertà di scelta nella dicitura è ammessa dal disciplinare ormai da una quindicina d'anni, anche se il caso è esploso solo adesso. L'azienda Col Vetoraz rimane dell'idea che Valdobbiadene Docg sia meglio di Prosecco: «Per una scelta esclusivamente di natura politico-economica, dal 2009 Prosecco non è più la vite che ottocento anni fa ha trovato qui dimora ideale, ma è diventata una denominazione estesa su nove province tra Veneto e Friuli. Territori privi di storia, dove la coltivazione della vite non è tramandata di generazione in generazione dalla sapienza dei vecchi, ma ha assunto una visione prettamente industriale».
A.Pe.
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Il Gazzettino