Touil era a scuola, non a Tunisi

Touil era a scuola, non a Tunisi
MILANO - Abderazzak Touil mostra il quaderno di italiano del fratello. Ha la copertina rossa, una quarantina di esercizi di grammatica e in cima a ogni pagina c'è la data delle...

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MILANO - Abderazzak Touil mostra il quaderno di italiano del fratello. Ha la copertina rossa, una quarantina di esercizi di grammatica e in cima a ogni pagina c'è la data delle lezioni. Compresa quella del 19 marzo, il giorno dopo la sanguinosa strage al museo del Bardo. Quel giorno Abdel Majid Touil, arrestato martedì con l'accusa di aver partecipato all'organizzazione dell'attacco terroristico, era sui banchi della scuola per stranieri a Trezzano sul Naviglio. Una presenza che escluderebbe la partecipazione del ventiduenne marocchino all'assalto di Tunisi. «Abbiamo eseguito un mandato di arresto internazionale sulla base di indagini svolte in un altro Paese. Un successo investigativo? E' lì che va rivolta la domanda. Un mandato di arresto internazionale non è competenza italiana», afferma il ministro dell'Interno Angelino Alfano.

Adesso «gli sviluppi investigativi potranno aiutare a completare il quadro informativo, anche chiarendo quale ruolo abbia effettivamente svolto Touil», dice il responsabile del Viminale. Ma in ogni caso il giovane marocchino andava bloccato, taglia corto il premier Matteo Renzi: «Quando viene arrestato un presunto responsabile, non si può dire ”era meglio non arrestarlo”. Poi può darsi non sia colpevole, io sono per la presunzione di innocenza. Ma chi dice che era meglio non fermarlo vorrei stenderlo sul lettino e fargli raccontare che cosa ha fatto da piccolo». Il caso Touil insomma infiamma gli animi e le scarne informazioni dalla Tunisia non aiutano a rasserenare il clima: fonti ufficiali hanno fornito quattro diverse ipotesi investigative in due giorni, per il momento senza il supporto di atti di inchiesta non ancora inoltrati alla Corte d'Appello di Milano. L'ultima parrebbe quella ufficiale, Abdallah sarebbe un trafficante di armi e avrebbe avuto il compito di fornire al gruppo di fuoco l'arsenale per la strage al museo. Insomma, un uomo del «primo cerchio», quello più vicino ai terroristi. Ma il fatto che proprio il 18 marzo avrebbe incontrato Yassine Laabidi e Jabeur Khachnaoui, con i quali si sarebbe diretto a piedi verso il Bardo, è stato smentito dai registri dell'istituto ”Franceschi”. Gli insegnanti sono stati ascoltati dagli inquirenti: «Il 16 e il 19 marzo il ragazzo era in classe». Il pm Maurizio Romanelli sta ricostruendo vita, amicizie e spostamenti di Touil. Dalle sim card sequestrate si risalirà ai suoi contatti, perché se è vero che il giorno dell'attentato era nell'appartamento di Gaggiano con la mamma Fatma e i fratelli, il suo supporto alla cellula potrebbe essere precedente. E le penn drive trovate dagli investigatori potrebbero contenere materiale importante sul suo presunto «appoggio logistico» alla jihad. Intanto Abdel Majid è in isolamento in una cella del sesto raggio a San Vittore. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino