Nel giorno in cui Matteo Salvini gela Forza Italia («no ad alleanze per ora, siamo diversi, noi non facciamo frittate o marmellate»), all'opposto Flavio Tosi, segretario della...
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Al dibattito "investire in legalità" con il procuratore aggiunto di Venezia, Carlo Nordio, organizzato ieri sera a Mestre dalla sua fondazione Ricostruiamo il Paese e dalla Liga veneziana (presenti tra gli altri il segretario Alberto Semenzato, l'ex Alberto Mazzonetto, la senatrice Munerato, i consiglieri regionali Bottacin e Piccolo), Tosi ha ribadito che sarà il Consiglio veneto di giovedì prossimo a pronunciarsi su candidati e alleanze «compresa Forza Italia: lì dipende se si fa una ragionamento locale o un ragionamento nazionale in chiave di centrodestra e allora si decide l'alleanza in quel senso».
Ma per il resto nulla cambia nelle posizioni di Tosi: si erge a paladino dell'autonomia veneta contro le ingerenze di via Bellerio. Sottointeso: se dovesse finir male, è per questo motivo. La possibile espulsione non lo preoccupa: «Sono fatalista, se mi espellono, verrei espulso. Guardo cosa accade e poi decido cosa fare. Cosa dovrei temere? Lunedì c'è una normale riunione del Consiglio Federale». Dunque, in vista delle prossime giornate calde (manifestazione domani a Roma, Federale lunedì, Nazionale giovedì) il segretario veneto conferma la linea. Che non cambia. Vista la sollevazione provocata dalle sue recenti prese di posizione, Tosi ripiega su Zaia («mai messo in discussione la sua candidatura, mai posto il problema della candidatura del sottoscritto, siamo sempre stati leali, i suoi sono stati cinque anni di buon governo, è la regione più efficiente d'Italia»). Il segretario nega però di aver escluso il governatore da qualunque coinvolgimento sulla sua futura squadra: «Quante volte gli è stato chiesto di parlare di liste, è stato consultato». E, anche in chiave anti-Salvini, elogia il governatore della Lombardia, Roberto Maroni: «Ho molto apprezzato le sua posizione equilibrata: le sue parole, tagliano la testa al toro». Maroni, più che parlare di Statuti, aveva auspicato un accordo in loco Tosi-Zaia entro sabato, «decidano i veneti». Sempre in contrapposizione a Salvini, il segretario della Liga ha ricordato che con Bossi capo «il Federale incise sulle scelte dei candidati solo per due nomi su 60». Mentre glissa sulla compattezza della sua maggioranza in vista del voto del parlamentino veneto, giovedì 5: «Il problema non è quello, ma di cercare una soluzione condivisa».
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Il Gazzettino