Tolto il segreto sui tagli dell'ex "mister spending"

Tolto il segreto sui tagli dell'ex "mister spending"
ROMA - Per oltre un anno, sono stati tra i segreti meglio custoditi della Repubblica: dei documenti scritti dai gruppi di lavoro coordinati dall'ex commissario alla revisione...

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ROMA - Per oltre un anno, sono stati tra i segreti meglio custoditi della Repubblica: dei documenti scritti dai gruppi di lavoro coordinati dall'ex commissario alla revisione della spesa, Carlo Cottarelli, si sapeva con certezza che esistevano, ma quasi nessuno, salvo gli autori stessi obbligati al riserbo e un ristrettissimo numero di funzionari pubblici, ne conosceva con esattezza il contenuto. Ieri dopo varie dichiarazioni e promesse il governo ha finalmente reso disponibili i testi sul sito Internet - ormai diventato quasi archeologico - della spending review. In parte le indicazioni sono state raccolte in successivi provvedimenti legislativi, su altre è lecito domandarsi se siano destinate a restare sulla carta o se invece il governo vorrà farle proprie. Ormai da cinque mesi Carlo Cottarelli è tornato a Washington al Fondo monetario, nella veste di direttore esecutivo per l'Italia. Al suo posto non è stato nominato formalmente un nuovo commissario, anche se il coordinamento del lavoro è affidato a Yoram Gutgeld, deputato Pd e consigliere del premier Renzi, e all'economista Roberto Perotti. L'obiettivo indicato per il 2016 è meno ambizioso dei 32 miliardi (però a regime) a suo tempo indicati da Cottarelli: il governo punta ora a metterne insieme almeno 10 per scongiurare l'applicazione dell'aumento Iva da 12,8 miliardi (e poi crescente) impostato come clausola di salvaguardia nella legge di Stabilità.

Certamente, visto che devono avviare un lavoro a tutto campo, a Gutgeld e Perotti potrebbe dare un'occhiata ai documenti di Cottarelli. Quello in materia di pubblico impiego contiene una serie di suggerimenti che in parte sono già stati messi in atto (ad esempio sull'abolizione del trattenimento in servizio) e che in parte potrebbero servire a rafforzare le misure già in atto (è il caso della mobilità volontaria e involontaria). Ma il capitolo forse più delicato è quello relativo ai licenziamenti dei dipendenti pubblici, in particolare per scarso rendimento: nel testo viene segnalato che «il problema vero è la ritrosia del management a ricorrervi come strumento fisiologico di gestione del personale».

Tra i documenti c'è anche quello relativo alle Province. Proprio ieri il ministero della Pubblica amministrazione ha ribadito in extremis la necessità di procedere entro il 31 marso (cioè ieri) con la definizione degli elenchi nominativi dei lavoratori da mettere in mobilità. Un adempimento che però nei fatti difficilmente potrà essere rispettato, visto che poche Regioni hanno legiferato in proposito. Infine, i costi della politica a cui è dedicato un corposo documento. Vengono ipotizzati tagli per 700 milioni, ma soprattutto nel documento si leggono frasi come questa: «Restano misteriosi e non accessibili molti dei flussi finanziari che rappresentano forme diverse di finanziamento del sistema della politica nel nostro Paese». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino