Togliere l'Imu all'80% dei francesi

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ROMA - (M.A.) In Francia hanno vinto tutti i partiti italiani? Chiaro che sì. Perfino la sinistra-sinistra, tendenza Fassina, esulta: anche se Melenchon, che poteva arrivare al...

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ROMA - (M.A.) In Francia hanno vinto tutti i partiti italiani? Chiaro che sì. Perfino la sinistra-sinistra, tendenza Fassina, esulta: anche se Melenchon, che poteva arrivare al ballottaggio secondo alcuni sondaggi, è rimasto fuori a leccarsi le ferite. I socialisti di Hollande non hanno toccato palla, e ora si affrettano a salire sul carro di Macron, e i loro omologhi appena usciti dal Pd, da Bersani a D'Alema, non possono non essersi accorti che almeno Oltralpe, ma la Francia è vicina, quel tipo di proposta da vecchia sinistra è diventata priva di appeal e anti-storica. Sull'altro versante, chi poteva esultare di più - per esempio Salvini - applaude l'arrivo di Le Pen al ballottaggio ma l'entusiasmo per questa vittoria mutilata, visto che al secondo turno tutto fa pensare al trionfo di Macron, contiene un sottofondo di amarezza per il leader leghista. E comunque, lui parla così: «Grazie Marine Le Pen, il popolo rialza la testa ed è l'ora di liberarsi dalla gabbia di Bruxelles».

La Meloni contenta, anche lei: «I francesi bocciano l'establishment. E al ballottaggio vanno due proposte di cambiamento». Ma il populismo non spopola. E uno come Grillo, che per ora non commenta, vedendo ciò che è accaduto in Francia non può che pensare quanto la politica anti-demagogica abbia una forza di resistenza e una capacità di vincere contro il vento della neo-destra che i 5 stelle in parte rappresentano.

La differenza tra la Francia e l'Italia è chi lì, ieri, è saltato lo schema novecentesco delle due corazzate contrapposte: moderati e socialisti. Finiti entrambi in polvere. Qui centrosinistra e centrodestra classici in parte ancora resistono ma chissà per quanto. Intanto il successo di Macron galvanizza Renzi e i renziani. Sull'onda della Francia «en marche», e «in cammino» è anche il logo congressuale di Renzi, l'ex premier cercherà di affrettare la data delle elezioni - la finestra d'autunno è ancora possibile - nella speranza di raggiungere al più presto Macron, nel caso l'amico francese dovesse vincere il 7 maggio, sulla tolda di comando della nuova Europa europeista? Forse l'europeismo di Macron è più appassionato di quello di Matteo. E comunque, Macron potrebbe diventare, assieme a Schulz se il socialdemocratico tedesco vincerà ad ottobre, un alleato decisivo per il nuovo corso europeo, al quale Renzi difficilmente rinuncerebbe di di partecipare. L'ex premier italiano, mentre ieri Macron andava verso il successo, esultava così: «E' di ottimo auspicio questa sua performance. E questo voto ha ricadute cruciali per la Francia e per l'Europa».
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Il Gazzettino