TIPICITÀ ROMA Dieci anni fa ci aveva provato invano Pier Luigi Bersani,

TIPICITÀ ROMA Dieci anni fa ci aveva provato invano Pier Luigi Bersani,
TIPICITÀROMA Dieci anni fa ci aveva provato invano Pier Luigi Bersani, allora ministro all'Industria, con la sua famosa lenzuolata. Stavolta pare invece che la meta sia vicina:...

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TIPICITÀ
ROMA Dieci anni fa ci aveva provato invano Pier Luigi Bersani, allora ministro all'Industria, con la sua famosa lenzuolata. Stavolta pare invece che la meta sia vicina: presto non potrà più essere chiamato fresco il pane che fresco non è, sfornato cioè da più di 24 ore o prodotto con semilavorati conservati. Con 331 voti a favore, i 4 contrari di Fratelli d'Italia e 21 astenuti (prevalentemente della Lega), l'aula di Montecitorio ha approvato in prima lettura la proposta di legge del deputato del Pd Giuseppe Romanini sulla produzione e la vendita del pane.

IL MERCATO
Il provvedimento mette d'accordo produttori - che vedono per la prima volta ben definito il loro ruolo - e consumatori che potranno sapere con certezza cosa comprano: pane davvero fresco, oppure semilavorato in fabbriche spesso localizzate nell'Est europeo e solo riscaldato prima della vendita. In campo interessi enormi: in Italia ogni anno si vendono 3,2 milioni di tonnellate di michette&rosette prodotte al 70% da panifici artigianali (25 mila con circa 400 mila dipendenti) e al 30% da industrie. Un mercato totale che vale 7 miliardi di euro. «Finora non c'è mai stata una distinzione normativa tra pane fresco prodotto artigianalmente e pane prodotto con semilavorati, cioè industrialmente», ha commentato Luca Sani, presidente della Commissione agricoltura alla Camera. Il provvedimento definisce il pane fresco italiano patrimonio culturale nazionale anche alla luce delle circa 250 forme diverse di pane che assegnano all'Italia il record mondiale di tipicità anche nell'arte bianca.
Tra poco i consumatori potranno quindi scegliere tra pane fresco, pane fresco di pasta madre e pane fresco con pasta madre. Non potrà invece essere definito fresco - a rischio multe da 500 a 3 mila euro e chiusura dell'esercizio fino a 20 giorni - il pane in vendita oltre le 24 ore successive dal momento in cui è stato sfornato, oppure parzialmente cotto o ottenuto dalla cottura di prodotti intermedi di panificazione. Nel caso di pane surgelato, l'etichetta dovrà riportare le stesse indicazioni previste dalla normativa in materia di prodotti alimentari surgelati, nonché la dicitura surgelato. Sarà anche vietato utilizzare denominazioni quali pane di giornata e pane appena sfornato e pane caldo nonche qualsiasi altra denominazione che possa indurre in inganno il consumatore.

Carlo Ottaviano
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino