Tigli condannati dai lavori per fare il nuovo marciapiede

Tigli condannati dai lavori per fare il nuovo marciapiede
(F.Cam.) Rovigo ha a cuore il futuro dei propri tigli. E non vuole che li si tagli. È quanto emerge dalla petizione online, in difesa dei cinque alberi condannati di via Tisi da...

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(F.Cam.) Rovigo ha a cuore il futuro dei propri tigli. E non vuole che li si tagli. È quanto emerge dalla petizione online, in difesa dei cinque alberi condannati di via Tisi da Garofolo, che ha già superato quota 550 adesioni. «Dicono che sono malati come quelli di via Fuà Fusinato e viale Margherita spiegano i promotori -, ma dopo il taglio si è visto che l'albero era in buona salute e che l'abbattimento serve solo a contenere le spese del rifacimento dei marciapiedi». A replicare è l'assessore ai Lavori pubblici Gianni Saccardin, che non ci sta a passare per un novello Attila: «Non è che voglio il taglio dei tigli spiega È che il loro abbattimento si rende necessario per la sistemazione dei marciapiedi: è necessario uno scavo di almeno 30 centimetri, che inevitabilmente comporta il taglio di tutte le radici superficiali. Non è vero che i tigli sono malati. Ma abbiamo fatto delle verifiche con i tecnici ed è emerso che l'intervento ne comprometterebbe salute e stabilità. Saranno ripiantati alberi diversi, tipo querce, che non provocano problemi di questo tipo».

L'assessore promette che a breve verranno ripiantati anche i platani in viale Regina Margherita, ma ogm, «geneticamente modificati in modo da resistere al cancro colorato», nonché i pini in piazza XX Settembre, «dove proprio i recenti lavori avevano compromesso la stabilità di alcune piante». Poi, lancia un invito: «I promotori della petizione vengano a trovarmi, li incontro volentieri». Sulla via del dialogo si pone anche il presidente del Wwf Eddi Boschetti che, sottolineando la positività dell'animo green mostrato da Rovigo, spiega come «non è sempre detto che un albero pericolante o che crei problemi di pubblica sicurezza possa essere sempre salvato, tenendo sempre un occhio puntato sulla sostenibilità economica». Via Tisi, spiega, «sta pagando il prezzo di una non oculata gestione del verde frutto di decenni di scarsa sensibilità alle necessità di spazio e di ossigenazione delle radici. È come intervenire su una grave malattia all'ultimo stadio. Nell'urgenza di trovare le soluzioni non semplici ma possibili, che garantiscano la sopravvivenza di questo monumentale viale alberato, chiediamo che prima di ogni scelta definitiva venga promossa un'ampia discussione pubblica e si faccia discutere a tutto l'arco politico il regolamento del verde».
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Il Gazzettino