Thyssen, primi passi a San Lorenzo

Thyssen, primi passi a San Lorenzo
Intanto sono state piazzate le prime impalcature alla base della facciata dell'ex chiesa di San Lorenzo a Castello. Ma il via libera c'è già da quasi due anni. E' scattata in...

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Intanto sono state piazzate le prime impalcature alla base della facciata dell'ex chiesa di San Lorenzo a Castello. Ma il via libera c'è già da quasi due anni. E' scattata in questi giorni l'operazione Thyssen Bornemisza, ovvero la Fondazione svizzera-spagnola che ha deciso di aprire una propria sede museale, dedicata in particolare all'arte contemporanea, nella città. La scelta della prestigiosa Fondazione era stata fatta ancora nel settembre del 2015, quando l'arciduchessa Francesca von Habsburg, presidente dell'ente, si era assicurata l'ex chiesa vincendo un vero e proprio bando elaborato dalla giunta Orsoni, e successivamente fatto proprio dall'Amministrazione Brugnaro che, alla fine, aveva avallato tutta l'operazione. Ora i primi operai hanno fatto capolino per l'avvio dei lavori di restauro della chiesa. Secondo l'intenzione della Fondazione Thyssen Bornemisza, lo storico contenitore servirà per nuovi spazi espositivi, museali e di ricerca. La concessione dell'ex Chiesa come precisa il bando è stata elaborata per nove anni nei quali la Fondazione potrà svolgere ogni tipo di attività culturale e allo stesso tempo proporre mostre e iniziative culturali di spessore. In precedenza, sempre durante l'amministrazione Orsoni, l'ex chiesa di San Lorenzo era stata concessa alla Repubblica del Messico che, per alcuni anni, l'aveva utilizzata come padiglione espositivo in occasione della Biennale Arte. Un'operazione che, nelle sue fasi iniziali si era avvalsa anche della collaborazione di Venetian Heritage, uno dei maggiori comitati privati per Venezia, che aveva svolto la prima fase procedurale per l'avvio delle operazioni che hanno poi portato alla concessione dello spazio nell'ex chiesa costruita alla metà dell'anno Mille, ma profondamente modificata prima nel Cinquecento e poi alla metà dell'Ottocento.

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Il Gazzettino