Tentata rapina a mano armata a Vigonza. Finisce in manette il figlio della custode della scuola media Don Milani di Codiverno. Dopo accurate indagini, accertamenti e verifiche,...
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Tutto è iniziato verso le 14 di sabato davanti al parcheggio della tabaccheria quando Savio, con il volto coperto da un passamontagna e una pistola in mano, si è avvicinato a Enrico Rigato, titolare insieme al fratello dell'edicola, che in quel momento stava parlando con un cliente. Dopo averlo strattonato per un braccio gli ha intimato sotto la minaccia dell'arma di consegnargli tutti i soldi che aveva in cassa. Di fronte alla resistenza di Rigato, che non si è fatto per nulla intimidire e ha reagito con determinazione, e considerata probabilmente la presenza di un possibile testimone, il rapinatore non è riuscito a entrare in tabaccheria. Si è visto costretto a mollare la presa ed è scappato di corsa a piedi, in direzione della frazione di Perarolo.
Rigato non ci ha pensato su un secondo e si è messo alle calcagna dell'uomo ma non è riuscito a prenderlo. Tornato nel negozio ha subito dato l'allarme ai carabinieri raccontando cos'era accaduto pochi minuti prima e descrivendo il rapinatore con il passamontagna. I militari di Pionca hanno anche acquisito le immagini delle telecamere, che hanno ripreso tutta la scena, e si sono messi sulle tracce dell'uomo.
Intanto, alla stazione di Pionca di Vigonza, Savio, dopo essere arrivato a casa chiedendo il passaggio in auto ad un conoscente per strada, si è presentato per denunciare il furto della sua auto, una Fiat 600. Il comandante Massimo Andreozzi, che aveva visto le immagini della tentata rapina, si è insospettito notando la corporatura del quarantaseienne (molto simile a quella del rapinatore ripreso dalle telecamere della tabaccheria) e sopratutto per il fatto che l'auto era parcheggiata in una via vicino al negozio, con le targhe coperte dal nastro adesivo. Indizi che hanno spinto i militari a fare ulteriori verifiche, visionando le immagini delle telecamere comunali e ascoltando alcuni testimoni. Hanno scoperto che con la finta denuncia di furto Savio si stava creando un alibi per l'ora della rapina, dimostrando che non era stato lui l'autore ma chi gli aveva sottratto la Fiat.
Dopo una perquisizione fatta nella sua abitazione, i carabinieri hanno ritrovato anche gli abiti e il passamontagna usati nella tentata rapina. Nessuna traccia della pistola. Savio ha giustificato il suo gesto con la necessità di trovare i soldi per pagare la sua parte del funerale del padre. Circostanza poi smentita dai familiari dell'uomo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino