Tecnici di mezzo mondo per il Mose

Tecnici di mezzo mondo per il Mose
È la seconda volta che le 21 paratoie della schiera Lido Nord (isola artificiale-Punta Sabbioni) si alza bloccando parzialmente il flusso di marea diretto in laguna e per il...

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È la seconda volta che le 21 paratoie della schiera Lido Nord (isola artificiale-Punta Sabbioni) si alza bloccando parzialmente il flusso di marea diretto in laguna e per il Mose scrosciano gli applausi. Ad assistere ci sono infatti i tecnici di mezzo mondo, quelli che stanno studiando i modi per difendere le loro città dall'innalzamento del livello marino.

«Questo risultato è una gioia per tutti - ha detto alla presentazione il direttore generale del Consorzio Venezia Nuova, Hermes Redi - presenti e non presenti».
Un'affermazione che, nel giorno in cui c'erano gli ultimi patteggiamenti per il malaffare legato alle attività attorno al Consorzio e alla realizzazione del Mose, sembrava abbastanza sorprendente. Ci ha pensato poi il presidente Mauro Fabris a dare l'interpretazione autentica: «È evidente che senza Mazzacurati l'opera non sarebbe andata avanti, almeno da un punto di vista ingegneristico. Adesso siamo qui a spiegare a tecnici inglesi, americani, olandesi, russi, tedeschi e belgi il modo migliore per difendere le città dal mare salvaguardando l'ambiente. Perché questa, a differenza delle opere di scuola olandese, quando non serve sparisce».
In poco meno di un'ora (la movimentazione è stata lenta a scopo dimostrativo), le 21 paratoie si sono sollevate a gruppi di quattro per volta più un ultimo di cinque con un'inclinazione di 29 gradi, poi portata a 35. «L'inclinazione ottimale - spiega Redi - sarebbe di 42 gradi - ma in determinate condizioni potremo risparmiare energia tenendo le paratoie con un'inclinazione minore».
Queste prove di chiusura (oggi ci sarà la terza per un altro gruppo di ingegneri) servono anche perché il sistema di dighe mobili può essere utilizzato anche per scopi differenti o con differenti modalità. Ad esempio, già chiudendo la "bocca" di treporti, si è notata una sensibile riduzione della corrente di marea in quella zona.
«Chiudendo solo il Lido - ha aggiunto Redi siamo in grado di intercettare i primi 10-15 centimetri di acqua alta e quindi non sarebbe in linea teorica neppure necessario chiudere le altre aperture della laguna. Da un punto di vista meccanico è possibile, vedremo se ci saranno controindicazioni ambientali».
La questione è stata confermata anche dal Provveditore delle opere pubbliche del Veneto (già Magistrato alle Acque) Roberto Daniele: «La bocca di Lido può essere un elemento di moderazione delle maree».

E infine, un utilizzo per pulire la laguna: «È possibile - conclude Redi - creare una sorta di circolazione forzata nella laguna sia per dare aria a zone caratterizzate da anossia che per ripulire alcuni tratto, come nel caso di uno sversamento di petrolio da far uscire al più presto in mare».
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Il Gazzettino