TEATRO «Ci sono molte donne uccise dagli uomini ma anche molti uomini uccisi

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TEATRO«Ci sono molte donne uccise dagli uomini ma anche molti uomini uccisi dalle donne. Non fisicamente ma nel loro interno». Nasce da questo assunto, da una molteplicità di...

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TEATRO
«Ci sono molte donne uccise dagli uomini ma anche molti uomini uccisi dalle donne. Non fisicamente ma nel loro interno». Nasce da questo assunto, da una molteplicità di storie lette, ascoltate e vissute nell'ambiente giudiziario, fatto di fascicoli, udienze in tribunale e perizie, l'ispirazione di Giancarlo Marinelli di scrivere L'idea di ucciderti. Un testo che potrebbe essere un libro, un film ma che è diventato uno spettacolo teatrale. Vicentino, figlio di avvocato, scrittore, regista, attore, docente, 44 anni, Marinelli porta il suo spettacolo al teatro Toniolo di Mestre da venerdì 16 a domenica 18 marzo con tre repliche. «Mi sono ispirato a una storia vera. Vera, non nella tragedia che ho scritto ma nei presupposti che avrebbero potuto condurre a quella tragedia spiega Marinelli - Nella realtà nessuno ha ucciso nessuno. Almeno non fisicamente. E però, fuori da ogni ipocrisia, lo devo ammettere: ascoltando chi me l'ha raccontata, per un attimo, mi è balenato lo spettro. Che è il titolo di questo lavoro».

AMBIENTE GIUDIZIARIO
Una idea particolare. «Parte da un molteplicità di storie che mi sono arrivate addosso, quasi per caso. Alcune vivendo in un ambiente di avvocati, altre raccogliendo le testimonianze dirette. Ascoltando alcune di queste storie mi sono convinto che andavano raccontate ma per far emergere il rovescio della medaglia. Come commentatore ho sempre prediletto e tenuto una posizione ad oltranza a favore e in difesa delle donne. Ma di fronte ai fascicoli, alle storie che solo gli avvocati e i giudici sanno, mi sono reso conto che in alcune situazioni fa notizia la donna vittima di violenza ma molto meno la diventa quella degli uomini». Una storia, la sua, vista dall'altro lato quindi? « Maschi contro femmine: questo è un clichè molto occidentale che va riletto e interpretato. Siamo educati a pensare all'amore ed educati ad amare. Una parola meravigliosa che però non è uguale per tutti. Il mio racconto vuole far rileggere la parola amore usata come arma di distruzione di massa. Può diventare cosa che può fare andare avanti il mondo. Sono un uomo femminista dalla nascita: adoro le donne: mi sveglio la mattina, per incontrare una donna; scrivo e dirigo pensando sempre alle donne. Non ho mai alzato un dito contro una donna. E mai lo farò. Eppure, immedesimandomi nel protagonista di questa storia, quello spettro è affiorato. Capiterà anche al pubblico che assisterà allo spettacolo. E, forse, mi odierà e si odierà per questo».
AMORE SPEZZATO

L'amore rubato, quindi, spezzato e colpito ma che emerge sotto una forma diversa. Meno scontata. «Un cuore che si rompe non fa rumore. E' l'unica cosa che non fa rumore: le ossa spezzate lo fanno, le teste fracassate. E credetemi ci sono tragedie non raccontate che non portano alla morte fisica. Ma non come conseguenza diretta. Ci sono uomini che sono distrutti, finiti in miseria, che si ammalano e muoiono dentro per questo. E di loro pochi parlano». Un cast di attori di altissimo livello. Uno spettacolo in un teatro veneto, con un pubblico dal palato fine. «Ho un cast splendido. Avevo voglia di lavorare con Fabio Sartori da tanto tempo. Primo perché è veneto come me. E poi perché può vantare una esperienza di recitazione internazionale unica. In questo spettacolo è davvero straordinario. Caterina Murino è una delle eccellenze italiane che possiamo esibire all'estero.
Raffaele Rosa
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino