Tasse, il governo rinvia Renzi minaccia le urne rissa col Pd poi la tregua

Tasse, il governo rinvia Renzi minaccia le urne rissa col Pd poi la tregua
LA GIORNATA ROMA Il braccio di ferro nella maggioranza su poche decine di milioni su una manovra da 30 miliardi è durato per tutta la giornata di ieri ed è sfociato su una...

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LA GIORNATA
ROMA Il braccio di ferro nella maggioranza su poche decine di milioni su una manovra da 30 miliardi è durato per tutta la giornata di ieri ed è sfociato su una intesa che rinvia e attenua le tasse inserite nella legge di bilancio.

In serata in una conferenza stampa tenuta dal premier Giuseppe Conte e dal ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, il presidente del Consiglio si è detto certo che da gennaio l'esecutivo cambierà marcia entrando in «una prospettiva di più ampio respiro» e ha ripetuto che sarà fissato un cronoprogramma di riforme.
I toni rassicuranti della conferenza stampa e la definizione di una manovra pro-famiglie (cui andranno tre miliardi nel 2021 recuperati dai pagamenti via card) e pro-imprese (riparte Industry 4.0) non hanno potuto cancellare gli incredibili toni astiosi che hanno accompagnato per tutto il giorno il confronto fra Pd e Idv. Un braccio di ferro su circa 250 milioni (nella sostanza il rinvio delle tasse sulla plastica e sulle bibite ad alto contenuto di zucchero) decisamente spropositato rispetto ai 32 miliardi di valore della manocra stessa che in estrema sintesi esclude l'aumento dell'Iva e riduce leggermente le tasse sul lavoro.
Ora, finalmente, a sole tre settimane dal termine ultimo, il parlamento potrà iniziare a votare la manovra. E questo è il secondo anno che il Parlamento è quasi escluso dalla definizione della manovra che normalmente è la legge più importante dell'intero anno.
IL VERTICE
Conte lo ha dovuto spiegare anche in un incontro di routine con il prsidente della repubblica che si è svolto nel tardo pomeriggio.
La Camera rischia di non toccare palla: l'opposizione già protesta e minaccia ricorsi, la stessa maggioranza sul punto è spaccata.
All'intesa sul merito ha lavorato per tutta la giornata il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, che alle 7 del mattino mette a punto con i tecnici del Mef e della Ragioneria le misure da portare al tavolo di maggioranza. Giuseppe Conte si affaccia a salutare i presenti prima di un incontro già programmato con l'inviato Onu in Libia Ghassan Salamè, li invita a lavorare insieme «a un ulteriore sforzo per abbassare le tasse».
Ma il clima presto si surriscalda. Gualtieri porta in dote tra i 350 e i 400 milioni di nuove coperture ma spiega anche che non si possono tutti destinare ad eliminare le tasse sulla plastica e sullo zucchero, come vorrebbe Italia Viva.
Gli ex compagni di partito iniziano a litigare. «Dite di no solo perché non volete darla vinta a Renzi», accusano da Iv. «Meglio usare le risorse in più per aumentare il taglio delle tasse sul lavoro», ribattono i Dem.

Intanto il M5S con Laura Castelli chiede e ottiene che «si aumentino i fondi ai Vigili del fuoco». Dopo due ore di riunione, i renziani si alzano dal tavolo in polemica. La riunione viene sospesa: nessuno sa quando si riprenderà. Volano parole di fuoco. Il Pd accusa Iv di voler fare un favore «alle multinazionali come la Coca Cola». Teresa Bellanova ribatte che sono i Dem, per un puntiglio, a far rischiare il «disastro occupazionale» nelle aziende della plastica e delle bevande. Renzi nel pomeriggio parla di elezioni («Che non voglio») e Orlando visegretario del Pd ribatte: «Siamo tutti pronti, bisogna capire se è utile per il Paese». A sera i renziani lasciano trapelare un benino per la riduzione della tasse che proporranno di cancellare nel corso dell'anno.
Diodato Pirone
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Il Gazzettino