(m.f.) Le regole per una buona ospitalità nei confronti di turisti di religione musulmana riguardano soprattutto l'aspetto alimentare, ma ci sono anche delle accortezze che...
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Intanto serve un tappetino da preghiera, da mettere ripiegato in armadio, poi fondamentale è la conoscenza della direzione della Mecca, che di solito si segnala con una freccia all'interno di un cassetto. Gradita è anche una copia del Corano sul comodino (già si trova la Bibbia). Il frigobar non deve avere bevande alcoliche all'interno, la televisione dovrebbe avere almeno un canale in lingua araba e niente canali per adulti.
Per il mese di Ramadan, bisogna consentire agli ospiti di osservare il digiuno consentendo loro di mangiare all'alba e al tramonto in orari che possono essere inconsueti: tra le 3 e le 6 e tra le 18 e le 21 secondo il mese in cui il Ramadan cade, che è diverso di anno in anno. Questo si può risolvere con un servizio in camera o nell'allestimento della sala colazioni in orari differenti e con prodotti certificati halal.
L'aspetto più ampio riguarda però la gastronomia. Intanto niente alcolici, poi prodotti alimentari provenienti da fornitori certificati Halal. Ce ne sono parecchi in Italia e anche in Veneto, i quali hanno trovato un filone nuovo di business ottenendo un marchio in più per i loro prodotti spesso con modifiche poco rilevanti alla produzione. In cucina occorre stare attenti a non "contaminare" i cibi halal (consentiti) con i cibi haram (proibiti). La contaminazione può avvenire per via diretta (ad esempio, mettendo la bresaola vicino al prosciutto) o indiretta, usando lo stesso coltello. Quindi, anche se è sufficiente che stoviglie, pentole e attrezzature siano lavate bene, meglio sarebbe che fossero utilizzati set diversi e separati, con tavoli da lavoro separati e frigoriferi differenti.
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Il Gazzettino