Il pm Federico Facchin dà la "scossa" al processo sulla "tangente filmata" (2.700 euro) il 4 ottobre 2011 presentando un capo di imputazione alternativo, dove la presunta...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Una volta depositate le imputazioni alternative, le difese hanno chiesto di inviare gli atti in Procura. Ma per il collegio presieduto dal giudice Eugenio Pergola (a latere Rodolfo Piccin e Andrea Scorsolini), le contestazioni alternative sono ammissibili anche durante il processo, non pregiudicano le garanzie difensive, tanto che i legali hanno potuto chiedere termine a difesa per valutare riti alternativi. Si torna in aula il 24 marzo, con la possibilità che ci siano istanze di patteggiamento o rito abbreviato per i dipendenti regionali Diego Fonn e Roberto Angeli, entrambi di Pordenone, e per il geologo pordenonese Mario Fogato, sospettato di concorso esterno.
La mossa di Facchin ha offerto all'avvocato Bruno Malattia l'occasione di chiedere l'estromissione dal processo della parte civile, costituita con l'avvocato Enrico Sarcinelli. Si tratta dell'imprenditore D'Andrea, che anche se non è ancora indagato, potrebbe ritrovarsi nel ruolo di vittima e di corruttore. «È come - ha detto Malattia - se si giocasse un derby con l'attaccante che veste la maglia dell'Inter e allo stesso tempo si difende con la maglia del Milan». Sarcinelli si è opposto: «Se gli imputati dovessero essere condannati per concussione, a D'Andrea spetta un risarcimento». Sul punto il Tribunale si è riservato la decisione.
Quello sulle presunte mazzette del Meduna è processo costellato da continui colpi di scena. La Procura aveva chiesto due archiviazioni ritenendo che non ci fossero elementi indiziari sufficienti a sostenere l'accusa nè per Angeli nè per Fogato. Ma il gip non era stato dello stesso avviso e si è arrivati ai tre rinvii a giudizio. Nel momento in cui il processo è entrato nel vivo, con l'audizione delle vittime, ecco il ribaltone che potrebbe catapultare sul banco degli imputati Rizzo e D'Andrea. Ieri la Procura ha giocato d'anticipo presentando, al termine dell'autodizion dei suoi testimoni, il nuovo capo di imputazione in cui si ipotizza un accordo tra corrotto e corruttore. Se il Tribunale dovesse propendere per questa linea, cadrebbe l'accusa di concorso in concussione, reato che contempla una costrizione.
© riproduzione riservata Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino