Qual era il vero volto di Antonio? Il Santo più venerato al mondo, di cui esistono migliaia di immagini e di icone, ne ha oggi uno inedito e sorprendente: quello della scienza....
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L'operazione è stata possibile grazie all'evoluzione delle nuove tecniche di ricostruzione forense, rese ormai famose al grande pubblico grazie a notissime serie televisive: dal solo cranio si può ricostruire con un alto grado di oggettività il volto e le fattezze della persona. Tutto ha inizio da un'intuizione del Museo di Antropologia dell'Università di Padova. «Avevamo già ricostruito volti di nostri antenati e di personalità del nostro territorio come il poeta Francesco Petrarca racconta Nicola Carrara, il conservatore del Museo di Antropologia Perché non ricostruire quello di sant'Antonio, la personalità legata alla città di Padova più famosa al mondo? In questa scelta è stato fondamentale il contributo del Centro Studi Antoniani. Di sant'Antonio avevamo il calco del cranio, realizzato nel 1981 in occasione della ricognizione dei resti del corpo e una prima ricostruzione fatta dallo scultore Roberto Cremesini nel 1995». Durante la serata parleranno tutti i protagonisti di questa avventura a metà tra archeologia e fede: Luca Bezzi, 35 anni, archeologo, membro di Arc-team Archaeology (Cles, Tn), che ha creato il prototipo tridimensionale; Luciano Bertazzo, francescano conventuale, direttore del Centro Studi Antoniani. E poi la controparte internazionale di questo team: Cicero Moraes, designer 3D brasiliano di 31 anni, molto noto per le sue ricostruzioni facciali in ambito archeologico. Ha lavorato a lungo "alla cieca", perchè non si voleva fosse influenzato dalla grande personalità cui apparteneva quel cranio. «A ogni passo mi domandavo chi fosse quell'uomo. Quando l'ho saputo, sono rimasto senza parole, letteralmente meravigliato. Nonostante io non sia particolarmente religioso, ho sentito una grande responsabilità: milioni di persone nel mondo avrebbero visto in faccia il loro Santo». Il volto di sant'Antonio rimarrà in esposizione dal 12 al 22 giugno negli spazi della Mostra della Devozione popolare al Santo.
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Il Gazzettino