Suicidi, serve una rete sociale

Suicidi, serve una rete sociale
(m.l.) Emergenza suicidi in Polesine. Un problema che va affrontato con attenzione e creando una rete sociale in grado di stare vicina alle persone a rischio. Questo quanto...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
(m.l.) Emergenza suicidi in Polesine. Un problema che va affrontato con attenzione e creando una rete sociale in grado di stare vicina alle persone a rischio. Questo quanto emerge dall'incontro in occasione della Giornata mondiale per la prevenzione al suicidio, promossa dalle due aziende sanitarie polesane, il Comune e la Fondazione Cariparo, sostenitrice di un progetto nato proprio con questo obiettivo.

«Si tratta di un'emergenza sociale e sanitaria», ha precisato senza mezzi termini il direttore dei servizi sociali dell'Ulss 18, Emanuela Baccarin, motivo per cui Elia Lubian, rappresentante della Fondazione Cariparo, ha sottolineato quanto sia fondamentale «sostenere questi progetti che trattano temi scomodi, ma delicati per la nostra popolazione».
E se Roberta Ravenni, neurologo e assessore di Rovigo, ha presentato dati nazionali allarmanti, con 80mila morti all'anno, seconda causa di decesso tra i 15 e i 26 anni, l'analisi della situazione in città non è rosea: 25 i tentativi registrati dalle forze dell'ordine con la discrepanza di 48 i ricoveri in ospedale nel 2014.
Nel progetto dell'Ulss 18 condotto da Toniolo sono state coinvolte molte agenzie pubbliche e private. Gli interventi di prevenzione e i programmi educativi sono stati fatti sulla popolazione in generale e a rischio, a scuola, in carcere, nel mondo dei lavoratori e imprenditori, nelle case di riposo, tra medici di base e operatori sociosanitari, nell'informazione mediatica e nel supporto ai familiari.
Dario Filippo, direttore del dipartimento di Salute mentale dell'Ulss 19 di Adria, ha evidenziato che la crisi economica e di sistema negli ultimi cinque anni ha generato inquietudine in alcune categorie di popolazione con problemi di sostentamento. «È difficile quantificare i casi - ha spiegato - ma è importante una prevenzione mirata, perché molti sono i fattori di rischio».

Federica Cavallaro, psicoterapeuta consulente della Cgil, ha esposto uno studio pilota sul disagio dei lavoratori polesani causato dalla crisi, analizzando operai e cassaintegrati. Il malessere dei secondi è quattro volte superiore, doppi sono i sintomi depressivi e secondo quanto affermato da Cavallaro, almeno il 3 per cento della categoria ha pensato almeno una volta ad attuare il suicidio.
© riproduzione riservata Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino