Suicidi, punto d'ascolto nelle sale dei Concordi

Suicidi, punto d'ascolto nelle sale dei Concordi
L'Accademia dei Concordi si prepara a diventare punto di ascolto per adolescenti, famiglie ed educatori. È uno dei progetti che...

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L'Accademia dei Concordi si prepara a diventare punto di ascolto per adolescenti, famiglie ed educatori.

È uno dei progetti che la secolare istituzione culturale si prepara ad attuare per cercare di contrastare la piaga dei suicidi, tornata di stretta attualità in Polesine, dopo la morte di un ragazzo di Badia che si è gettato sotto a un treno.
«Da quasi un anno il direttivo dell'Accademia dei Concordi aveva deciso di dedicare un ciclo di incontri al tema del suicidio - ha spiegato il vice presidente Virgilio Santato -. Curerà le tre lezioni lo psichiatra di fama mondiale, Diego De Leo, il più accreditato studioso in materia di suicidi soprattutto giovanili. Tra l'altro è rodigino di nascita, padovano di formazione e vanta illustri trascorsi in Australia. Si partirà mercoledì 1. marzo alle 18 con Il suicidio attraverso i secoli. Differenze trans-culturali. Mercoledì 8 marzo alle 18 il tema sarà Suicidio: epidemiologia, fattori di rischio e fattori di protezione. Mercoledì 15 marzo sempre alla stessa ora si parlerà di Prevenzione del suicidio: strategie individuali e per la popolazione in generale. Da preside del liceo - ha ricordato Santato - ebbi a che fare con il caso di uno studente che si era impiccato. Poco prima che andassi in pensione, un altro ragazzo, figlio unico, si tolse la vita. Credo sia arrivato il momento di dare più ascolto a questi ragazzi. Anche tra gli immigrati il fenomeno è molto diffuso. Lasciare il proprio Paese per andare in uno Stato che non si conosce, rende spaesati e soli».

Antonella Sicchirollo, socia della Concordiana ed ex insegnante di francese, ha messo in risalto come il suicidio sia la seconda causa di morte tra i giovani. «Spaventa ciò che non si conosce - ha spiegato - e quando si nomina la parola suicidio qualcuno storce il naso. Ci sono famiglie che vedono molto poco i loro figli e in quel poco tempo che trascorrono con loro, non gli dedicano le giuste attenzione, ascoltando in fretta e superficialmente ciò che viene loro raccontato. Si deve imparare a leggere negli occhi, a interpretare gli sguardi. Capire e non solo ascoltare, aiuta a leggere la situazione, a comprendere, affrontare, superare il disagio, se possibile».
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Il Gazzettino