Stretta sul rischio mafie Protocollo per raccogliere le segnalazioni in Veneto

Stretta sul rischio mafie Protocollo per raccogliere le segnalazioni in Veneto
ANTIMAFIAVENEZIA Li chiamano reati-spia, perché possono portare alla scoperta di organizzazioni criminali di stampo mafioso. E d'ora in poi, sulla base di precisi protocolli, le...

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ANTIMAFIA
VENEZIA Li chiamano reati-spia, perché possono portare alla scoperta di organizzazioni criminali di stampo mafioso. E d'ora in poi, sulla base di precisi protocolli, le Procura del Veneto li segnaleranno all'Antimafia regionale a Venezia. Un passo in avanti importante in una Regione che conosce, da tempo, il fenomeno delle infiltrazioni mafiose. Se n'è parlato l'altro giorno, a Venezia, dove il procuratore generale, Antonio Mura, e il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Federico Cafiero de Raho, hanno sottoscritto due protocolli d'intesa sul tema, tra tutti i procuratori della Repubblica del distretto.

«Nuove linee operative - spiega, in una nota, la Procura generale - che mettono a punto le modalità di scambio tempestivo delle informazioni funzionali alla più efficace azione di contrasto alle infiltrazioni di mafia, camorra e ndrangheta nel territorio del Veneto. Attenzione particolare è riservata ai reati-spia e all'impiego di strumenti incisivi quali le indagini finanziarie, il sequestro dei beni e la confisca che si iscrivono nelle più moderne strategie di lotta all'illegalità». Modalità d'indagine già utilizzate nelle regioni del sud, dove il fenomeno mafioso è più vecchio, che ora saranno adottate anche in Veneto. E sulla scorta dei protocolli, si stanno già predisponendo gli ordini di servizio per la polizia giudiziaria.

Per il procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi, si tratta di un «passo in avanti per le indagini» che andava fatto: «Tutto quello che può collegare un singolo reato ad un'attività criminale più rilevante andrà segnalato all'Antimafia. Questo servirà ad avere un quadro distrettuale del fenomeno». Cherchi conferma come in Veneto ci siano «segnali di infiltrazioni mafiose, ma per non restare a un livello di chiacchiera da convegno, bisogna andare oltre. Non si possono fare indagini sulle voci, prima bisogna cercare elementi concreti. E per trovarli, bisogna cercarli». (r. br.)
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Il Gazzettino