Adesso o mai più. La riforma della legge che regolamenta lo sciopero nei trasporti pubblici locali è al bivio. Con il rischio, per la verità molto elevato, che venga rinviata...
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Le proposte sono sostanzialmente due. Prevedono che lo sciopero possa essere proclamato soltanto dai sindacati che hanno un grado di rappresentatività superiore al 50% in azienda o, in caso contrario, dopo un referendum tra i lavoratori interessati. La prima ipotesi è targata Sacconi, la seconda è di Pietro Ichino. Sempre Sacconi insiste poi con due misure specifiche per contrastare l'effetto annuncio che ha conseguenze devastanti certe volte più delle agitazioni stesse. Nel mio testo - dice Sacconi - viene inserito l'obbligo per i lavoratori che aderiscono allo sciopero di comunicarlo preventivamente all'azienda, cioè 24 ore prima. Anche in caso di revoca i sindacati devono informare con congruo anticipo. Si prevede, tra l'altro, anche la possibilità di indire un referendum preventivo obbligatorio per i sindacati minoritari (con rappresentatività superiore al 20%) tra i lavoratori che per passare deve avere il voto favorevole del 30%. Tante idee che, ovviamente, possono essere ancora limate e migliorate.
Il tempo ovviamente stringe. «Dobbiamo coniugare - conclude Sacconi - il diritto di sciopero con il diritto alla mobilità».
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Il Gazzettino