Strade vuote e paura Il virus spegne la città

Strade vuote e paura Il virus spegne la città
IL VIAGGIOPORDENONE Ma cos'è, è arrivato il coprifuoco? La domanda, posta con tono sconsolato, arriva da una fruttivendola di corso Vittorio Emanuele. «Non abbiamo avuto...

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IL VIAGGIO
PORDENONE Ma cos'è, è arrivato il coprifuoco? La domanda, posta con tono sconsolato, arriva da una fruttivendola di corso Vittorio Emanuele. «Non abbiamo avuto nemmeno un cliente in tutta la mattinata, sembrano tutti scomparsi», spiega. Fuori, un corso semi-deserto. È lunedì, tanti negozi sarebbero stati chiusi lo stesso, ma la psicosi da coronavirus ha colpito. Pordenone si è svuotata, è restato in centro chi ci doveva venire per lavorare. Stop. Gli unici locali affollati, le farmacie: mascherine e disinfettanti sono introvabili, inutile persino chiedere se ci sono scorte. Minimi storici, invece, per bar e ristoranti. Anche chi ha tenuto aperto il proprio negozio ha fatto i conti con il coprifuoco di fatto.

CORSA ALLA CASSA
Altro panorama all'interno dei supermercati. Il primo assalto era già andato in scena domenica, ma ieri mattina si è assistito a una corsa all'ultima scorta di alimenti e generi di prima necessità. Nei principali supermercati della città e della provincia è arrivato un ordine firmato dall'alto, cioè dalle grandi catene della distribuzione: aumentare gli ordini, rimpinguare gli scaffali. Alla cassa, persone con anche due carrelli pieni. «Abbiamo paura che prima o poi scatti l'isolamento coatto anche da noi», racconta una signora pordenonese tra gli scaffali di un ipermercato di viale Venezia. I prodotti che non si trovano più sono soprattutto gli igienizzanti: le corsie sono vuote ormai da domenica e le nuove scorte tardano ad arrivare.
LE BANCARELLE
I mercati settimanali sopravvivono. Sono attività commerciali, quindi vale l'esclusione dall'ordinanza regionale. Oggi le bancarelle saranno regolarmente a Casarsa, mentre domani il centro di Pordenone accoglierà il mercato senza rinvii o sospensioni. Ieri ad Azzano l'appuntamento con gli ambulanti si è tenuto senza problemi, anche se non era ancora andato in scena il meeting regionale tra i sindaci del Fvg.
LE ATTIVITÀ
Ciò che il coronavirus è riuscito davvero a bloccare è il mondo delle associazioni e del vivere sociale, inteso nel senso più ampio del termine. Palestre, piscine (chiuse quelle comunali), centri benessere privati sono aperti ma non possono organizzare eventi, così come i bar. E ancora biblioteche, teatri, cinema chiusi. Una mannaia si è abbattuta sul Carnevale: il martedì grasso, a livello pubblico, è stato annullato ovunque. Addio maschere, quelle divertenti, si intenda. Rinviata anche la popolatissima Festa della renga di Tamai. Si ferma anche lo sport: niente partite o allenamenti tra i dilettanti. Il Pordenone calcio effettua le sedute a porte chiuse per tutta la settimana, stoppando sino a domani l'attività giovanile. Tutto fermo anche nelle autoscuole.
LA SCUOLA
Studenti a casa, come già anticipato dall'ordinanza regionale. Ma il personale scolastico amministrativo resta all'opera. Una decisione, questa, che ha sollevato qualche malumore negli ambienti del sindacato. Sono sul piede di guerra, invece, le associazioni di genitori, che chiedono risposte alla Regione in merito al problema nato dal fatto che i bambini, non potendo andare a scuola, debbano essere in qualche modo sorvegliati durante l'orario di lavoro di mamme e papà.
GLI AIUTI

Un altro problema riguarda le persone ai margini della società, cioè senzatetto e cittadini in difficoltà estrema. La Croce rossa risente del blocco del Banco alimentare. Sono ferme le consegne di cibo e si sta valutando un altro metodo.
M.A.
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Il Gazzettino