Storie di vino fra persone e osterie

Storie di vino fra persone e osterie
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Ecco un bel talento, Matteo Bellotto, 38 anni, da Gemona del Friuli, una passione per il vino di lunga data, un impiego all'interno del Consorzio del Collio, quando si dice la fortuna e l'ostinazione di fare della passione un lavoro, autore di Storie di vino, dedicato al Friuli, la sua regione, mosaico di identità, terra di romanzi vissuti, intimi, famigliari, non raccontati, a volte dimenticati. Ecco l'incipit della piccola storia dedicata al Pinot Bianco, per farsi un'idea: Il Pinot Bianco è come un friulano vestito a festa. Elegante, capace di sfoggiare una timida bellezza solitamente nascosta e che bisogna saper cercare. Il Pinot Bianco va ascoltato più attentamente perché sussurra, non grida. Il Pinot Bianco non è mai arrogante, e per questo rischia di passare inosservato. Non salta la fila, sorride e saluta, raccoglie da terra ciò che gli altri lasciano. Nelle librerie da pochi giorni, Storie di Vino (Biblioteca dell'Immagine) è una scoperta continua, una raccolta che si muove nello spazio del necessario, di ciò che serve per toccare l'anima profonda di una terra troppo spesso nascosta a se stessa, storie raccolte andando ad ascoltare l e persone, i rumori delle osterie, guardando il paesaggio, lasciando però a casa ogni retorica, con il vino medium, chiave, collante che permette alle diverse voci di raccontarsi, storie che durano il tempo di un bicchiere. Secondo Bellotto, studi di filosofia e un'intensa frequentazione di bar e osterie, sia come lavoratore sia come cliente, «siamo figli di questa terra forse ancora di più di quanto siamo figli dei nostri genitori. E questo libro è dunque soprattutto un'operazione di memoria, memoria collettiva e di tante minuscole storie di persone destinate ad essere dimenticate. Questo libro contiene le storie vere e romanzate dei nostri luoghi profondi. Centinaia di luoghi e centinaia di vini». E alla fine di ognuna di queste storie anche colti abbinamenti musicali (dai Beatles a Lucio Dalla), cinematografici (da Vittorio de Sica a Fellini), letterari (da Foster Wallace a Marquez, da Kitano a Philip Roth), e ancora geografici e infine, ovviamente, enologici. Per un'ideale viaggio dentro l'anima di questa terra.

Claudio De Min
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Il Gazzettino