Storie di profughi: buona la prima

Storie di profughi: buona la prima
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La vera première è stata al Quirinale. Ma quella di lunedì sera al teatro Edera per la famiglia Calò era la prima del cuore. E una platea fittissima (210 presenti), applausi e qualche lacrima hanno salutato la storia del professor Antonio diventata un film, dal titolo Dove vanno le nuvole. «Un'emozione profondissima- commenta a caldo- sarò di parte ma l'atmosfera era magica». Tutti in scena, Antonio la moglie Nicoletta, i figli naturali e i 6 nuovi Calò, i richiedenti asilo che dopo 2 anni di permanenza sono diventati di diritto membri della famiglia. «Il docufilm è piaciuto perchè non è melenso- prosegue il professore- e fotografa la realtà anche nelle sue contraddizioni». Le storie portate davanti allo schermo dal regista Massimo Ferrari sono, oltre alla famiglia trevigiana, quelle di Domenico Lucano, sindaco di Riace, considerato da Fortune uno dei 50 uomini più influenti al mondo per il lavoro svolto nel suo paese con i migranti, Maurizio, presidente della Cooperativa Case a Colori di Padova e infine l'esperienza teatrale dei Cantieri Meticci di Bologna. Il ritmo serrato da documentario, l'assenza di ogni tentazione da libro cuore e l'equilibrio della narrazione hanno fatto presa. Tanto che il titolo sarà replicato stasera (sala già sold out) e venerdì alle 20.30. Sul palco, è stato chiamato a gran voce anche un uomo schivo. È Gianni Novara, ex redattore del Gazzettino, che di questi 6 ragazzi è diventato il precettore, insegnando (senza mai chiedere nulla) ogni pomeriggio per irrobustire la formazione scolastica. Tanto entusiasmo metterà ora in moto meccanismi virtuosi di emulazione? «Bella domanda- sorride Calò - noi abbiamo testato un modello che funziona e stiamo cercando di esportare». È la regola del 6+6x6: prevede l'accoglienza di 6 profughi in ogni comune sotto i 5000 abitanti, seguiti h24 da 3 operatori per il primo periodo. Subito dopo arriva la scuola e, nel pomeriggio un'equipe composta da psicologo, educatore, avvocato, medico: tutti assunti da una cooperativa. Per i consumi la regola è quella del km zero. «Perchè la regola del 6? perchè permette al meccanismo di funzionare con i 30 euro al giorno e non consente di lucrare». Cosa è successo ai 3 ragazzi inizialmente ospitati che dopo 2 mesi sono tornati nei centri per non dover sottostare alle regole? «Dopo 2 giorni volevano già tornare ma abbiamo scelto di seguire i consigli della psicologa. Ne avevano combinate un po' troppe, e poi erano già arrivati i nuovi ospiti».

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Il Gazzettino