Tutti presenti alle 5 di mattina, pur dovendo iniziare a lavorare solo alle 8. Poi un uomo misterioso, che con uno strategico ombrello si copre dall'occhio delle telecamere del...
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Ieri hanno parlato alcuni testi, già stati sentiti nel primo processo: il dipendente Fabio Dal Molin e il referente delle rappresentanze sindacali Maurizio Boaretto. Hanno spiegato che in quel periodo c'era apprensione in azienda per una operazione di partenariato che la Dolomitibus stava per fare. «Dovevamo dare un segnale di disaccordo - ha detto il sindacalista -, ma non c'erano i tempi per indire lo sciopero e così abbiamo deciso di trovarci all'interno della struttura per manifestare il nostro disappunto». Insomma doveva essere una cosa pacifica, che, in area privata, non necessitava di autorizzazione. Però quel giorno l'ignoto sabotatore di fronte a 4 meccanici (Del Monego, Tormen, Tramontin e Sacchet) e due impiegati (Collet e Capraro) avrebbe spostato la cosiddetta vedova nera, il bus nero delle manifestazioni sindacali, ostruendo il passaggio. L'autore è però rimasto ignoto, anche se come emerso ieri da un teste, qualcuno aveva ventilato che poteva essere il sindacalista Giuseppe Sacchet: voce infondata e subito smentita. Si torna in aula il 14 settembre.
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Il Gazzettino