Stop ai voli dall'India, ultimi arrivi: duecento passeggeri in isolamento

Stop ai voli dall'India, ultimi arrivi: duecento passeggeri in isolamento
IL CASOROMA L'ecatombe in India fa sentire i suoi effetti in Italia, con i 214 passeggeri arrivati ieri sera all'aeroporto di Fiumicino da Nuova Delhi destinati a test e...

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IL CASO
ROMA L'ecatombe in India fa sentire i suoi effetti in Italia, con i 214 passeggeri arrivati ieri sera all'aeroporto di Fiumicino da Nuova Delhi destinati a test e quarantena per arginare l'ultima, pericolosa variante del coronavirus. Cinquanta di loro vanno nella cittadella militare della Cecchignola, gli altri in un Covid hotel sempre a Roma. Nel frattempo l'Italia ha bloccato i voli con il Paese del primo ministro Narendra Modi: «dal 27 aprile al 12 maggio, è in vigore un generale divieto di ingresso in Italia, per quanti hanno soggiornato - transitato in India», si legge su Viaggiare Sicuri, portale collegato al ministero degli Esteri. La regola del 27 aprile non vale per quei voli che dall'India sono già decollati. Per questo motivo, ieri, si sono registrati gli ultimi atterraggi. Chi invece è arrivato nel nostro Paese nei 14 giorni prima del blocco del 27 aprile è tenuto a comunicarlo alle rispettive autorità sanitarie locali, affinché vengano applicati tutti i protocolli come i tamponi molecolari. Disposizioni sugli arrivi in Italia analoghe a quelle adottate con l'India sono state prese, con un'ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza, per chi proviene dal Bangladesh.

SOLIDARIETÀ
Intanto il primo ministro Mario Draghi fa sapere a Nuova Delhi che Roma è pronta ad aiutare. «Desidero esprimere la mia profonda vicinanza al popolo indiano per le sofferenze provocate dalla nuova ondata della pandemia. L'Italia non farà mancare il proprio sostegno - sottolinea il premier - in questo momento di difficoltà. Abbiamo offerto, attraverso il Dipartimento della Protezione Civile, disponibilità all'invio di un sistema di produzione di ossigeno, messo a disposizione dalla Regione Piemonte, che potrà essere utilizzato per rifornire un ospedale tradizionale o da campo. Invieremo anche una squadra di personale specializzato per garantirne la corretta messa in opera».
LA PANDEMIA
Da una settimana il bollettino in India è spaventoso, quasi 3mila morti e 350mila contagi ogni giorno. E fa ancor più paura perché si tratta di una cifra con ogni probabilità decisamente sottostimata. «È un completo massacro di dati», ha detto al New York Times Bhramar Mukherjee, epidemiologa dell'Università del Michigan, che sta studiando le preoccupanti curve del subcontinente: «In base a tutti i modelli che abbiamo realizzato, crediamo che il vero numero di morti sia fra le due e le cinque volte superiore a quello ufficiale».
Era successo in occasione della prima ondata di Covid, quando al conteggio erano sfuggite numerose persone morte lontane dagli ospedali, specie nelle aree rurali. E si sta ripetendo ora, di fronte a uno tsunami di contagi ancor più violento, che ha colpito il subcontinente quando il governo sperava di averlo evitato e non aveva limitato particolarmente i festeggiamenti dei matrimoni, adunate politiche e religiose. Come il pellegrinaggio induista di Kumbh Mela, a cui hanno partecipato anche due veneti, rientrati a Bergamo il 7 aprile e risultati positivi alla variante indiana.
MUTAZIONE

Il coronavirus a doppia mutazione, che ha contribuito a mandare fuori controllo l'emergenza nel Paese, dove vive circa il 18% della popolazione mondiale e dove viene prodotta la gran parte dei vaccini, fa paura anche a migliaia di chilometri di distanza. Dagli Stati Uniti all'Arabia Saudita, molti Stati si sono attivati inviando medicinali e ossigeno, diventati introvabili a Nuova Delhi e nelle grandi città. Ora a scarseggiare è la legna. Perché i crematori non riescono più ad accettare i cadaveri per lo svolgimento dei riti funebri secondo la tradizione induista, e sono sempre più frequenti le pire fai-da-te che nella notte bruciano illegalmente lungo le rive del già inquinato fiume Yamuna. «Molti decessi non vengono conteggiati», ha raccontato sempre al New York Times G.C. Gautam, cardiologo a Bhopal, convinto che le autorità lo stiano facendo perché «non vogliono creare panico». L'ultimo bollettino parla di 2.771 morti in 24 ore. Fra questi anche una zia ottantenne del primo ministro Narendra Modi. Giu.Sca
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Il Gazzettino