STOP AI LAVORI PORDENONE Sul piatto ballano diversi milioni di euro. Non soltanto

STOP AI LAVORI PORDENONE Sul piatto ballano diversi milioni di euro. Non soltanto
STOP AI LAVORIPORDENONE Sul piatto ballano diversi milioni di euro. Non soltanto quelli del Bando periferie, attualmente congelati, ma anche quelli di cui la giunta comunale ha...

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STOP AI LAVORI
PORDENONE Sul piatto ballano diversi milioni di euro. Non soltanto quelli del Bando periferie, attualmente congelati, ma anche quelli di cui la giunta comunale ha parlato nel corso dell'ultima seduta: si parla, in questo caso, di 3 milioni e 400mila euro che, in percentuale, verrebbero erogati a commercianti e imprese per quanto riguarda dehors, efficientamento energetico, isolamento acustico e tanto altro ancora. Ma più in generale a chi avrà voglia di investire in città. È il caso di dire che i due bandi sono strettamente collegati tra loro e che uno, almeno nel caso di Pordenone, completa l'altro. L'obiettivo è di avere una città più bella, accogliente e attrattiva attraverso dehors esteticamente piacevoli, coordinati e ben inseriti nel contesto urbano. Sono previste quattro zone cittadine e altrettante tipologie di dehors ammesse a seconda dell'area. «Se da Roma non dovesse arrivare lo sblocco per quanto riguarda i circa 20 milioni di euro di cui risultiamo assegnatari - spiega l'assessore Cristina Amirante - tutte le operazioni saranno rinviate al 2020. Il che sarebbe davvero un grosso peccato, soprattutto per quegli esercenti che hanno la documentazione pronta ormai da tempo. Si parla di progetti anche particolarmente costosi, che superano i 50mila euro. I finanziamenti, è bene ricordarlo, riguardano tutte le operazioni di miglioria, indipendentemente dal fatto siano particolarmente onerose o meno». Solo per i locali di somministrazione sarebbero più di una cinquantina gli esercenti che stanno aspettando una risposta. «Stiamo attendendo che qualcuno ci dica quello che dobbiamo fare - allarga le braccia Silvano Stocca, vicepresidente Ascom-Fipe - anche perché, in questa situazione, la questione è complessa e piuttosto nebulosa. La categoria si augura che a breve dall'amministrazione comunale arrivino quelle risposte che da tempo stiamo chiedendo». Anche perché la rivoluzione non sarà indolore per i commercianti, specialmente dal punto di vista economico. Gli esercizi pubblici inseriti nelle zone 1 e 2 della città - quelle con maggiori prescrizioni e che corrispondono a corso Vittorio Emanuele II e vicoli, corso Garibaldi, piazza della Motta e via della Motta, via Cesare Battisti, piazza Cavour e piazza XX settembre - sono una quarantina. Senza contare quelli che si trovano al di fuori. «Tutte le occupazioni aveva chiarito a suo tempo l'assessore Emanuele Loperfido - sono state valutate dalla Commissione locale per il paesaggio e nelle agevolazioni della Tosap (Tassa per l'occupazione di spazi e aree pubbliche), relative al 2017, sono stati elencati puntualmente gli arredi da sostituire».

Alberto Comisso
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino