Stop agli "affari" cinesi, chiusi tre laboratori

Stop agli "affari" cinesi, chiusi tre laboratori
Lavoratori in nero, irregolarità nei libri contabili, buste paga taroccate e una sfilza di carenze di ogni tipo lunga così: è scattata nei giorni scorsi una maxi operazione...

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Lavoratori in nero, irregolarità nei libri contabili, buste paga taroccate e una sfilza di carenze di ogni tipo lunga così: è scattata nei giorni scorsi una maxi operazione dei carabinieri in tutta la provincia che ha portato nel mirino 9 laboratori tessili nella zona termale e dei colli Euganei. Si tratta di attività gestite da cittadini cinesi, che hanno ricevuto la visita dei militari della compagnia di Abano Terme. Per tre laboratori è scattata la sospensione dell'attività produttiva a causa delle irregolarità amministrative riscontrate durante i controlli. Due di questi erano a Monselice - in via Muraglie e in via Bavero - mentre l'altro è stato scoperto a Bastia di Rovolon, in via Primo Maggio.

Nelle tre sedi erano chini sulle taglia e cuci, al momento dell'arrivo delle divise, molti cittadini di origine cinese i cui contratti non erano stati compilati correttamente o addirittura non esistevano. Non sono stati pescati clandestini negli ambienti, il che avrebbe portato la faccenda sul penale per i titolari degli stabilimenti tessili. Il controllo dei libri contabili, però, ha portato a galla altre magagne relative alle buste paga. Le altre sei attività, cui va aggiunto un negozio di generi alimentari nella zona di Abano Terme, erano invece in regola.
Il blitz si collega con quello messo a segno dai carabinieri della compagnia di Este solo qualche settimana fa. I militari della stazione di Santa Margherita d'Adige avevano portato alla luce una situazione molto strana nel laboratorio tessile di Hu Xiaoying a Saletto. Nella struttura al civico 19 di via Marconi, a poca distanza dal centro abitato e dalla padana inferiore, era stato ricavato un dormitorio a tutti gli effetti: i rappresentanti dell'Arma avevano trovato uno stanzone nel quale potevano trovare posto addirittura 29 persone. L'edificio, secondo la planimetria ufficiale, poteva invece ospitare al massimo 8 persone. Non è mai stato appurato per chi fossero stati predisposti quei 29 letti.

Alla "visita" avevano partecipato anche gli uomini dello Spisal dell'Ulss17, il personale dell'ufficio tecnico di Saletto e i responsabili dell'ispettorato al lavoro. Anche in quel caso era stato emesso un provvedimento di sospensione dell'attività, perché gran parte del personale non era stato registrato in alcun modo. Altre sanzioni erano arrivate per la mancata comunicazione alle autorità della presenza nell'edificio di cittadini extracomunitari. Erano state inoltre riscontrate gravi carenze nell'impianto elettrico. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino