Senza produttività e senza progetti speciali. Così oltre agli stipendi vanno a picco anche i servizi. Perché i progetti speciali sono quelli che permettono ai dipendenti...
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A dare forma a quanto sta succedendo sono le storie di chi convive con i tagli. «Perdere 200 euro su stipendi di 1300 non è cosa da poco» dice Chiara che insegna in una materna comunale di Venezia ieri in assemblea. «I tagli prevedono anche il blocco delle assunzioni - aggiunge un collega educatore in un nido comunale di Marghera - quindi i precari, quelli assunti a settembre e lasciati a casa giugno, non ci saranno. Solo nell'asilo dove lavoro io ce ne sono due». Questo comporterà aumentare il numero di bimbi per educatore, tagliare il sostegno, abbassare il livello del servizio offerto alle famiglie. «Senza progetti speciali svanisce il lavoro di prossimità - dice Roberta educatrice delle Politiche sociali - tutto il lavoro portato avanti sul fronte prostituzione, tossicodipendenze, senza fissa dimora...». Convinti che se non ci sono gli operatori in strada anche i cittadini avranno ripercussioni negative. E su tutto l'incognita del "buco" nelle casse del Comune. «Prima 30, poi 60 adesso 95 milioni» spiega Antonio Vanacore delle Rsu. Quindi tra le richieste avanzate ieri in assemblea anche Commissioni trasparenza in Consiglio comunale, come chiesto dai Cobas, e «tagli ai dirigenti responsabili del disastro economico del Comune».
Raffaella Ianuale
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Il Gazzettino