Standard & Poor's abbassa il rating sui bond subordinati di Veneto Banca

Standard & Poor's abbassa il rating sui bond subordinati di Veneto Banca
Ex Popolari venete, l'assemblea per la fusione potrebbe celebrarsi a giugno per chiudere la partita in settembre. Ma prima c'è da attendere il passaggio decisivo: l'ammontare...

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Ex Popolari venete, l'assemblea per la fusione potrebbe celebrarsi a giugno per chiudere la partita in settembre. Ma prima c'è da attendere il passaggio decisivo: l'ammontare dell'aumento di capitale che potrebbe essere ben superiore ai 3 miliardi ipotizzati qualche settimana fa. E potrebbe portare in maggioranza lo Stato, come in Mps. Operazione che però dovrebbe generare una fortissima diluizione per i vecchi azionisti. Opzione che Atlante osteggia partendo dal passato (ha già investito quasi 3,5 miliardi nelle due banche venete come aumento di capitale) e dalla situazione attuale: il patrimonio netto di Veneto Banca e Popolare Vicenza sarebbe ancora valutato oltre 3 miliardi. E c'è chi parla già di braccio di ferro col ministero dell'Economia. «Con Atlante c'è autonomia e collaborazione reciproca, nessun braccio di ferro. Lo Stato si muove solo a fronte di una richiesta che va accompagnata da un piano industriale e da un'operazione di mercato, non abbiamo nessun obbligo e volontà di entrare in maggioranza - commenta il sottosegretario all'economia Pier Paolo Baretta -. Le banche vanno salvate e possono essere rilanciate, soprattutto dopo la fusione. Tutto dipende dalla reazione degli investitori: se lo Stato entrasse in minoranza vuol dire che saremmo davanti a un intervento collettivo con gli imprenditori veneti, i risparmiatori e anche i piccoli soci. Sarebbe un'operazione significativa di recupero di fiducia». Tecnicamente Baretta conferma i dettagli dell'entrata dello Stato, che comprerebbe le nuove azioni a sconto del 25% sulle vecchie (10 cent): i privati si vedrebbero convertire i bond al 100% in azioni, gli istituzionali al 75%. Sarà per questo che l'agenzia di rating Standard & Poor's ha confermato il rating di Veneto Banca a B/B con outlook negativo e abbassato i rating degli strumenti ibridi (obbligazioni subordinate) a C. «Alla base del giudizio - si legge in una nota diffusa dall'istituto veneto - la maggiore probabilità dell'attivazione del supporto governativo alla ricapitalizzazione della Banca».

Si tratta però di schermaglie, a oggi non c'è ancora niente di deciso e definito. Si attendono infatti due responsi cruciali: quello della Ue che si deve esprimere sull'eventuale presenza di aiuti di Stato e quello della Bce sul piano di fusione e la gestione dei circa 8 miliardi di sofferenze lorde (3,9 per Montebelluna). La strada principale che vuole imboccare il consigliere delegato Fabrizio Viola sarebbe quella della cartolarizzazione sul mercato con garanzia pubblica sulla tranche senior (la meno rischiosa). Atlante si dovrebbe occupare del mezzanino (come doveva fare per Mps) e agli attuali azionisti (210mila circa) potrebbero essere assegnate gratuitamente le junior. La banca cede a una società appositamente costituita, denominata Special Purpose Veichle Spv, società-veicolo (Vicenza per questo scopo ha già costituito Ambra, Veneto Banca ha invece creato Flaminia, due srl con sede a Roma), i crediti in sofferenza, comprese le eventuali garanzie che li assistono. La Spv paga la banca con il ricavato del collocamento sul mercato di obbligazioni dette Abs Asset Backed Securities, ovvero obbligazioni garantite da collaterali, cioè attività finanziarie, in questo casi crediti deteriorati. Le obbligazioni sono emesse in tranche caratterizzate da diversi livelli di rischio: senior, mezzanino e junior. Le tranche mezzanine e junior sono di tipo subordinato: la società veicolo procede al recupero dei crediti acquistati dalla banca e con il ricavato rimborsa le obbligazioni. Prima le tranche senior, poi quelle mezzanine e, infine, le tranche junior. Se il recupero dei crediti è inferiore alle attese, le perdite ricadranno prima sui sottoscrittori di tranche junior e poi quelli delle tranche mezzanine.
In ogni caso sono operazioni che farebbero emergere ulteriori minusvalenze in bilancio e quindi aumentare la necessità di nuovi capitali. Sui tempi l'incertezza è massima, quasi come sui numeri: la cartolarizzazione dovrebbe precedere l'aumento di capitale che potrebbe partire in settembre, quando decollerà la fusione. Sui tempi se ne saprà di più dopo i cda del 28 febbraio e del 1 marzo.
Nel frattempo continua l'offerta di transazione: alla chiusura di quella di Vicenza (9 euro per azione) manca un mese e si sarebbe a circa il 30% delle adesioni. I grandi soci come Fondazione Roi e Cariprato potrebbero scendere in campo tra due settimane e sarebbero per il sì che si porta dietro la rinuncia a fare causa alla banca. Sensazioni positive anche dalle parti di Veneto Banca. Chiusa quest'offerta scatterà quella per i disagiati: 30 euro per azione BpVi.

Capitolo azione di responsabilità: i soci le hanno deliberate tra fine novembre e metà dicembre 2016. Ma potrebbero decollare solo a maggio-giugno. La questione è delicata e si va con i piedi di piombo perché l'obiettivo è vincerle in giudizio e il materiale da analizzare copiosissimo.
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Il Gazzettino