«Stagione balneare a rischio, il limite per aprire è luglio»

«Stagione balneare a rischio, il limite per aprire è luglio»
LIDO(l.m.) «Se le restrizioni dovessero continuare ancora a lungo la stagione balneare 2020 al Lido rischia di essere pesantemente compromessa. Ma siamo pronti ad aprire anche in...

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LIDO
(l.m.) «Se le restrizioni dovessero continuare ancora a lungo la stagione balneare 2020 al Lido rischia di essere pesantemente compromessa. Ma siamo pronti ad aprire anche in luglio per salvare la stagione». Lo spiega il presidente uscente del Consorzio degli stabilimenti balneari, Marco Damiani, che fa un primo quadro sui preparativi della stagione balneare nelle spiagge dell'isola. «Giustamente la tutela della salute e della sicurezza sanitaria - esordisce Damiani - in questo momento è la priorità per tutti, per cui non abbiamo nessuna recriminazione. La cosa certa è che gli stabilimenti, prima di aprire, devono essere attrezzati: vanno collocate le capanne, marciapiedi, va pulita e livellata la sabbia». A rischio, solo per il Lido, ci sono circa 500 posti di lavoro, tra stabilimenti balneari e supporto alle spiagge. «La preoccupazione è alta - prosegue - la nostra situazione, se vogliamo, è anche meno grave rispetto a quella di Jesolo e delle altre località balneari, perché la nostra clientela balneare è basata anzitutto sui residenti, una clientela affezionata da anni e non sul turismo». Anche al Lido, comunque, c'è stato un drastico calo delle prenotazioni. aEd è ovvio che sia così - insiste Damiani - anche tra noi operatori del settore non sappiamo bene come fare e cosa dire. Non abbiamo garanzie per le tempistiche». Per il Lido doveva essere la stagione della svolta, rischia di essere quella del tracollo. «Peccato questa è una mazzata che non ci voleva anche sotto l'aspetto economico - dice ancora il numero uno del Consorzio balneari - molti di noi finalmente avevano un Piano urbanistico pronto per programmare investimenti e miglioramenti alle strutture e invece ci ritroviamo con incognite pesanti per il futuro. Va considerato che molti gestori, soprattutto degli stabilimenti più piccoli, vivono di questo, non hanno un altro lavoro e per cui i tre mesi e mezzo stagionali di lavoro sono fondamentali».

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Il Gazzettino