ssisto a tempo pieno mia moglie Nora affetta da Alzheimer. È l'amore della

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ssisto a tempo pieno mia moglie Nora affetta da Alzheimer. È l'amore della mia vita». Sono le parole di John Lydon, meglio noto come Johnny Rotten, il leader della band icona...

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ssisto a tempo pieno mia moglie Nora affetta da Alzheimer. È l'amore della mia vita». Sono le parole di John Lydon, meglio noto come Johnny Rotten, il leader della band icona del punk, i Sex Pistols. Che ha scelto di raccontare la sua storia nel mese, settembre, in cui il 21 si celebra la Giornata mondiale dedicata alla patologia.

In occasione dell'evento l'Associazione italiana malati di Alzheimer (alzheimer-aima.it), con una rete di 15 psicologi, sarà a disposizione delle famiglie dei pazienti per tutta la giornata (9-21). I colloqui saranno gratuiti e si svolgeranno via streaming. Le prenotazioni sono aperte: si può scrivere a aima@aimanazionale.it o chiamare la Linea Verde Alzheimer 800 679679 per prenotare.
Johnny è sposato con Nora da 41 anni: «Sono diventato il suo badante a tempo pieno, non voglio che nessun altro si occupi di lei, per me è sempre qui. La persona che amo c'è sempre, ogni minuto e ogni giorno della mia vita». Ha suscitato grande emozione l'annuncio pubblico di Johnny Rotten e la descrizione delle condizioni della moglie. Abbandonata dalla memoria e dall'autonomia.
Come è accaduto alle oltre seicentomila persone che, in Italia, convivono con questa malattia neurodegenerativa. La forma più comune di demenza, un termine generale che si riferisce a perdita di memoria e di altre abilità intellettuali così grave da interferire con il quotidiano.
La patologia prende il nome dal neurologo tedesco Alois Alzheimer che all'inizio del 1900 ne descrisse per primo le caratteristiche. È caratterizzata da un processo degenerativo che distrugge le cellule del cervello, causando un deterioramento irreversibile delle funzioni cognitive fino a compromettere l'autonomia. Una malattia che non coinvolge solo il paziente ma l'intero nucleo familiare.

Al momento la medicina ha a disposizione farmaci in grado di rallentare la progressione della malattia ma non di curarla. In diversi istituti di ricerca nel mondo si sta lavorando a un test predittivo. È recente l'annuncio di Airalzh Onlus (Associazione italiana ricerca Alzheimer) dell'approvazione in Usa di Aducanumab (Biogen Inc) un trattamento che si rivolge in modo specifico al processo degenerativo della malattia e non si limita ad aggredire i sintomi della demenza.
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Il Gazzettino