Spunk, l'arte per combattere il bullismo

Spunk, l'arte per combattere il bullismo
CANEVA Un'installazione artistica per sensibilizzare su uno dei temi più sentiti dai ragazzi: il bullismo. Autore di questo messaggio creativo è Spunk, così si fa chiamare il...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
CANEVA
Un'installazione artistica per sensibilizzare su uno dei temi più sentiti dai ragazzi: il bullismo. Autore di questo messaggio creativo è Spunk, così si fa chiamare il ragazzo che ha ideato e dato vita a due installazioni nella campagna attorno a Sarone, la prima lungo la strada che arriva da Fiaschetti e la seconda lungo la strada che giunge dal Col Longone. Vittima di bullismo, Spunk ha voluto lanciare un messaggio per parlare di un tema che vede molti ragazzi e ragazze protagonisti di atti e situazioni che hanno forti effetti negative sulle loro vite.

LA TESTIMONIANZA
«Non è stato facile per me arrivare a mettere in pratica questo progetto, perché tante sono state le difficoltà burocratiche da superare, ma alla fine ci sono riuscito e ne sono orgoglioso - afferma Spunk -. Il progetto Comig out: bullismo non è ancora terminato e consiste in due parti, : un'installazione pubblica contro il bullismo e un film. Molto presto l'installazione sarà costruita a Bologna e Milano e in questi giorni è visibile nei dintorni canevesi, in cui venivo bullizzato da bambino. Il cortometraggio sarà presto disponibile su Instagram e YouTube. Attraverso questo progetto, denuncerò pubblicamente i nomi (omettendo i cognomi) di coloro che mi hanno reso vittima di bullismo per 10 anni. La mia intenzione è di spingere le vittime, o coloro che lo sono state, a riconoscere questo fenomeno e percepirlo da un punto di vista amico, autentico e personale».
L'INVITO ALLE VITTIME
«Inoltre - prosegue Spunk -, comunico indirettamente che la posizione sottomessa della vittima ha comunque il potere di determinare lo sviluppo degli episodi di bullismo e, di conseguenza, può trasformare la crescita della vittima stessa. Condividendo l'esempio della mia esperienza personale, invito le vittime a rivendicare il proprio potere affinché possano evitare di rimanere traumatizzate dal soccombere al bullismo. Dopo aver denunciato i bulli non li incolpo e nemmeno descrivo i loro comportamenti; pongo invece la mia attenzione sul condividere la mia esperienza: come mi sentivo in passato, come ho reagito e quali poi sono state le conseguenze a lungo termine. Il mio monologo è basato su informazioni rubate ad una statistica svedese e altre informazione sparse su internet; la struttura del monologo è costruita per dare luce alla posizione della vittima come un elemento determinante nello sviluppo degli episodi di bullismo e nella crescita della persona stessa. Ogni informazione viene condivisa attraverso un racconto personale. Tutto ciò che dico è vero ma assolutamente non genuino, infatti gran parte del processo creativo si è concentrato sulla composizione di un testo che fornisse massima efficienza attraverso una semplice, fluida e onesta narrazione della mia esperienza personale. Il mio obiettivo è di comunicare che la mancanza di presa d'azione della vittima può portarla a soffrire tragiche conseguenze. Agire al momento opportuno e fare il passo giusto sono componenti essenziali per evitare traumi, paure e altri problemi. Perciò - conclude l'artista - , quali sono i passi giusti? Non rispondo a questa domanda, preferisco invece collocare le vittime nella posizione di poterla considerare per se stesse. Così facendo, le spingo a riconoscersi come vittime, invece che come persone sbagliate»

Francesco Scarabellotto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino