SPRESIANO «Signore perdona loro, perché non sanno quello che fanno».

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SPRESIANO«Signore perdona loro, perché non sanno quello che fanno». Nella chiesa di Visnadello, di fronte al feretro di Bruna Mariotto, uccisa a 50 anni dal suocero Lino...

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SPRESIANO
«Signore perdona loro, perché non sanno quello che fanno». Nella chiesa di Visnadello, di fronte al feretro di Bruna Mariotto, uccisa a 50 anni dal suocero Lino Baseotto con un colpo di fucile, risuonano le parole che dalla croce Gesù pronuncia per i suoi aguzzini. Le pronuncia una cugina di Bruna, per salutare Brunetta, così la chiama amorevolmente più volte, ricordando come, il 2 giugno alle 18, tutto sia improvvisamente cambiato: «In un istante tutto non ha più un senso».

LA FOLLA
In chiesa a Visnadello, ieri mattina, c'erano, tra l'interno e il sagrato, almeno trecento persone. Perché la tragedia familiare che ha investito la famiglia di Claudio Baseotto, il marito di Bruna, e della figlia 13enne, sconvolge e ferisce. Sono entrambi in chiesa, papà e figlia. Lei, che ha dovuto assistere all'uccisione della madre da parte del nonno. Ci sono i compagni di scuola, gli amici della ragazzina, che vogliono farle sentire la loro presenza, il loro affetto. Come tutti quelli che sono voluti venire a dire addio alla vittima della furia cieca dell'80enne che ha imbracciato il fucile, suicida poco istanti dopo. «Facciamo di tutto per far abitare l'amore dentro alle nostre vite e relazioni, e quando succede che il male ci prende, ci travolge, viene ad abitare in noi, vicino a noi, ci colpisce per responsabilità non nostre, dobbiamo aiutarci tutti insieme per far ritornare il bene ha detto dal pulpito il parroco, don Giovanni Stasi - Questa è la fiducia che possiamo a coltivare per il nostro futuro». Interpreta l'abbraccio della comunità a padre e figlia, il parroco: «La vita è davanti a voi. Siamo qui riconoscenti del dono di questa donna, di questa mamma, di questa moglie. A denti stretti, straziati, stravolti, ma siamo qui per rendere onore al dono che Bruna è stata. Abbiamo la possibilità tutti di vivere la libertà nell'amore, e siamo qui in tanti per dare questa fiducia e questa vitalità a voi. Il bene rimane invincibile». Siamo qui, aggiunge don Giovanni, «per non farci sottrarre la fiducia nel futuro».
L'APPELLO

Un appello accorato a Claudio, ma ancor più alla figlioletta, che malgrado ciò che i suoi occhi hanno visto, deve poter guardare avanti. «La vostra alleanza nell'amore sarà decisiva perché il bene vinca». La cugina, la più grande di una lunga serie, dice, parla a nomi degli altri, degli zii, della mamma Oliva, del fratello Denis. «Ti chiediamo dice rivolta a Bruna - di alleviare questo macigno che ci portiamo nel cuore. Che diventi per loro, Claudio e tua figlia, e per noi, gioia pregando per te. Signore perdona loro ha infine ripetuto - perché non sanno quello che fanno». Un dolore palpabile, un dramma che va al di là dell'immaginabile, per chi rimane: un marito senza moglie, una ragazzina senza mamma, una mamma senza figlia. Straziante dire addio a Bruna, doloroso, complicato, colmo di interrogativi, l'ultimo saluto che spetterà lunedì alle 15 nella chiesa di Lovadina all'omicida, Lino Baseotto, che ha voluto stroncare la vita della nuora, ma anche la propria, lasciando dietro di sé cicatrici impossibili da guarire. Lina Paronetto
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Il Gazzettino