Spregiudicati: «Colpiscono a caso»

Spregiudicati: «Colpiscono a caso»
«Non hanno nulla da perdere e molti potrebbero non essere neppure censiti in Italia. Per questa ragione possono muoversi con facilità». Il comandante dei carabinieri di...

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«Non hanno nulla da perdere e molti potrebbero non essere neppure censiti in Italia. Per questa ragione possono muoversi con facilità». Il comandante dei carabinieri di Treviso, il colonnello Ruggiero Capodivento, traccia un identikit dei banditi che nelle ultime settimane hanno colpito in provincia. Spregiudicati che non pianificano i bersagli ma colpiscono in sequenza come veri e propri predoni. «Siamo davanti ad un nuovo tipo di criminalità - spiega il comandante - . Se, un tempo, assistevamo ai furti in villa, ora è chiaro che il livello si è abbassato. Quando decidono di agire non si pongono neppure il problema se dentro casa ci possa essere qualcuno».

Qualche anno fa la presenza in casa dei padroni poteva rappresentare un deterrente. Adesso i banditi non hanno alcun timore a forzare le porte e le finestre per arrivare a mettere le mani su contanti e gioielli. Ed è anche per questa ragione che (da Loria a Spresiano per citare gli ultimi due casi in ordine di tempo) sempre più spesso si assiste ad una reazione immediata anche delle vittime dei raid. Cittadini stanchi, esausti, esasperati da un'ondata di criminalità che sembra non conoscere tregua.
«Pur di difendere la proprietà - osserva ancora Capodivento - alcune persone mettono in pericolo la loro incolumità. Ma il modo migliore per ribellarsi a questi furti è quello di collaborare con le forze dell'ordine e di chiamare immediatamente il 112. Ingaggiando uno scontro non si può mai sapere a cosa si va incontro. Quando si notano delle ombre sospette in giardino è meglio perdere qualche secondo e chiamare le forze dell'ordine piuttosto che decidere di affrontarli».
Del resto - non va dimenticato - a colpire molto spesso è qualcuno che non è mai stato schedato in Italia. Un vero e proprio fantasma che per questa ragione può agire a volto scoperto e non si tira indietro se, per guadagnare la fuga , c'è da tirare un pugno. «Non si può generalizzare - precisa il comandante - ma è verosimile che si tratti di gente arrivata da poco e pronta ad andarsene non appena ha raccolto un bottino adeguato».
A gennaio solitamente i colpi in casa subiscono una flessione e il 2015 non fa eccezione. Quello che invece sembra essere sopra la media è la capacità di reazione e lo scontro che cittadini e banditi sempre più spesso si trovano ad ingaggiare.

Colpi diversi rispetto a quelli a cui Treviso era abituata. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino