Spezzatino Alitalia, Lufthansa sfida EasyJet

Spezzatino Alitalia, Lufthansa sfida EasyJet
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LA PROCEDURA
ROMA Nessuno vuole Alitalia. Almeno tutta intera e nell'assetto attuale. Lufthansa ed EasyJet, che ieri hanno presentato le offerte vincolanti, sono interessate solo allo spezzatino della ex compagnia di bandiera. Ovvero ad acquistarne alcune parti (flotta, piloti, assistenti di volo e slot), ma non all'handiling, ovvero i servizi a terra. L'apertura delle buste con le manifestazioni d'interesse non ha riservato sorprese. In fondo se lo aspettavano tutti: i commissari guidati da Luigi Gubitosi e il governo che, come noto, ha prudenzialmente allungato i tempi per la cessione definitiva, spostandoli ad aprile, ovvero dopo le elezioni, e messo sul piatto altri 300 milioni per dare ossigeno finanziario per oltre un anno al vettore tricolore. L'uscita di scena di Ryanair, alle prese con seri problemi interni, ha indotto gli altri due contendenti a presentare proposte al ribasso. Come del resto accade quando parte un'asta pubblica. Ma dalle quali dovrà partire il lungo negoziato con i commissari.

TEMPI LUNGHI
Ieri sono usciti ufficialmente allo scoperto sia Lufthansa che EasyJet. Il colosso tedesco ha detto di essere interessato ad alcune parti del traffico globale e all'attività point-to-point domestica ed europea, specificando che servirà una nuova struttura con costi ridotti. Una «Nuova Alitalia» che secondo il Corriere, vedrebbe dimezzare i dipendenti (6 mila tagli) e per la quale i tedeschi sono disposti a spendere non più di 500 milioni. Del resto il vettore italiano, secondo alcuni analisti, è valutato tra i 650 e i 750 milioni.
La low cost britannica è stata ancora più sintetica: «Siamo interessati ad alcuni asset ristrutturati di Alitalia, non ad assumere l'intero controllo, in linea con la strategia esistente per l'Italia». Complessivamente sono sette i plichi con le offerte recapitati presso lo studio notarile associato Atlante Cerasi. Ma Alitalia non ha voluto rivelare i dettagli in attesa della valutazione dei commissari. Della partita c'è sicuramente il fondo d'investimento Cerberus, mentre per l'handling ci sarebbero Airport handling, Airport service e Alisud, gestore dei servizi di terra a Capodichino. Avviato il calcio d'inizio, adesso partirà la trattativa vera e propria. Con i commissari che cercheranno di spuntare le condizioni migliori non solo sul fronte degli esuberi ma anche su quello delle strategie di sviluppo. L'allungamento dei tempi consente infatti di lavorare in tranquillità e da una posizione di forza. La parola d'ordine, da qui ad aprile sarà una sola: «vogliamo vendere, non svendere», come ha detto il ministro dei Trasporti Graziano Delrio.
In attesa di notizie ufficiali, i sindacati sono stati convocati per mercoledì al ministero del lavoro per l'avvio della nuova procedura di cigs. L'azienda prorogherà la cassa di ulteriori sei mesi fino al 30 aprile 2018, coinvolgendo 1.230 dipendenti di terra e 570 di volo.

Umberto Mancini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino