Speranza, sfiducia respinta Ma Renzi con Lega e FI: ora commissione d'inchiesta

Speranza, sfiducia respinta Ma Renzi con Lega e FI: ora commissione d'inchiesta
LA POLEMICAROMA «Vado avanti ancora più determinato nel mio lavoro. Conta il Paese, non le piccole schermaglie». Il Senato ha appena bocciato ben tre mozioni di sfiducia contro...

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LA POLEMICA
ROMA «Vado avanti ancora più determinato nel mio lavoro. Conta il Paese, non le piccole schermaglie». Il Senato ha appena bocciato ben tre mozioni di sfiducia contro di lui e Roberto Speranza dribbla le polemiche. Del resto quello che aveva da dire l'ha scandito nell'aula del Senato: «In un grande Paese non si fa politica su una tremenda epidemia, la politica non è un gioco d'azzardo sulla pelle dei cittadini. Per combattere il virus dobbiamo essere uniti e non sfruttare l'angoscia degli italiani per miopi interessi di parte».

L'appello del ministro della Salute è però destinato a cadere nel vuoto: Lega e Forza Italia, che ora si definiscono «centrodestra di governo» e hanno contribuito con i loro voti a bocciare le tre sfiducie (una di Fratelli d'Italia), subito dopo hanno lanciato la commissione d'inchiesta sull'operato di Speranza nella gestione della pandemia. Insomma, per evitare la crisi di governo, Matteo Salvini e Antonio Tajani non sfiduciano il ministro voluto e difeso da Mario Draghi. Ma vogliono processarlo in Parlamento. E Matteo Renzi è con loro.
La bocciatura delle tre mozioni di sfiducia che hanno preso meno voti nella storia repubblicana (con l'eccezione di Giulio Andreotti nel 1984: 15 sì contro i 29 incassati dal documento di Fdi) non riporterà, insomma, il sereno all'interno della maggioranza. E se è vero, come ha detto il ministro 5Stelle Stefano Patuanelli, che «ora si è chiuso il teatrino», è altrettanto vero che continuerà la guerriglia sulle riaperture. A cominciare dall'abolizione o dall'allentamento del coprifuoco a maggio e per finire con la commissione d'inchiesta che dovrà essere messa ai voti nelle prossime settimane. «Questa commissione che indagherà sul piano pandemico e sul comportamento del ministro Speranza vale dieci volte di più di una mozione di sfiducia», già celebra Salvini ossessionato dalla competition a destra con Giorgia Meloni.
Nel suo discorso Speranza ha dato sfogo all'amarezza, senza mai citare il leader leghista di cui è il bersaglio preferito da mesi: «Nessuno dovrebbe Dimenticare che il nemico è il Covid e che occorre essere uniti nel combatterlo, invece si alimenta un linguaggio di odio. Si tenta di sfruttare l'angoscia di tanti italiani per miopi interessi di parte. La politica non è un gioco d'azzardo sulla pelle dei cittadini».
Speranza si è poi difeso dalle accuse: «Tutte le mozioni sottolineano come il piano pandemico non sia stato aggiornato secondo le linee guida dell'Oms e fanno riferimento a 180 mesi durante i quali si sono alternati ben 7 governi. Tutti i gruppi di quest'aula, nessuno escluso, compresi quelli che hanno presentato le mozioni, hanno sostenuto alcuni di questi governi. Troppo facile oggi far finta di non vedere. Posso dire a testa alta che adesso il piano pandemico antifluenzale aggiornato c'è. Quello che non è stato fatto in molti anni è stato invece realizzato in pochi mesi proprio durante il mio mandato».
IL NUOVO FRONTE
Il discorso di Speranza è stato salutato dalla standing ovation dei senatori di centrosinistra e dagli applausi di una parte del centrodestra. Poi però sono arrivate le bordate di Giorgia Meloni, in primis su Salvini: «Tutti i partiti di maggioranza hanno deciso di sostenere la gestione opaca e fallimentare della pandemia». E l'annuncio di Lega e Forza Italia che la partita non è tutt'altro che chiusa: «La fiducia la diamo a Draghi, non a Speranza. Il centrodestra di governo propone fin da oggi una commissione di inchiesta sull'operato del ministero della Salute». Nel disegno di legge di Lega e FI è scritto: «La commissione punta ad accertare se nell'ipotesi in cui il nostro Paese avesse aggiornato il piano pandemico, seguendo le linee guida indicate dall'Oms, si sarebbe potuto limitare il numero dei morti».
Ma la competizione con Fdi è anche su questo fronte: il partito della Meloni ha presentato un proprio ddl. Come Italia Viva. In più la Commissione potrebbe passare alla Camera solo con i voti di Pd e 5Stelle. E i dem già fissano i paletti e alzano il prezzo con la capogruppo Simona Malpezzi: «Nella storia parlamentare si è sempre indagato a evento concluso. Ed è scontato che si dovrà partire dalla Regione Lombardia, in cui si sono registrati le maggiori criticità e il più alto tasso di mortalità. Salvini la smetta di fare il doppio gioco, l'azione di governo così è a rischio».

Insomma, nella maggioranza si annuncia una nuova battaglia lunga e velenosa.
Alberto Gentili
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino