(L.L.) È un "pentito" di mafia protetto. Insomma, un collaboratore di giustizia che per due anni ha vissuto in incognito in città a spese dello Stato per tenerlo nascosto dalle...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Circonvenzione d'incapace. È questa l'accusa per la quale il pubblico ministero Roberto Piccione ha portato a giudizio il "pentito". Comparirà davanti ai giudici il 15 novembre.
Dal 2012 al 2014 il quarantatreenne ha vissuto in città. E in palestra ha conosciuto il cinquantenne padovano che credeva a tutto quello che gli raccontava. Sì, perchè il collaboratore di giustizia all'inizio gli ha detto di essere un ufficiale dei carabinieri che faceva parte della Direzione investigativa antimafia e doveva muoversi nel completo anonimato. Era un uomo della Dia ma nessuno doveva saperlo. Tranne, ovviamente, il cinquantenne credulone padovano, che viveva in famiglia e aveva da parte anche un po' di denaro. Un giorno il "pentito" gli confidò che voleva mettersi in affari, ma lui non doveva comparire. L'amico, ci stava? Sì, e ha perso tutti i suoi risparmi.
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino