Sos dei sindaci sul voto: Roma rimborsa metà dei costi

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SACILE - «È vergognoso e intollerabile che ci sia un Governo che spende fior di quattrini pubblici per una campagna elettorale a favore del referendum e pieghi il capo dei Comuni costringendoli a spendere soldi dei cittadini per affrontare spese che sono di stretta competenza dello Stato».

Questa l'immediata e dura reazione del sindaco Roberto Ceraolo alla lettera del 29 novembre del viceprefetto vicario di Pordenone Vinciguerra, con cui ha comunicato che il ministero dell'Interno ha individuato l'importo da assegnare al Comune per le spese relative all'organizzazione tecnica e all'attuazione delle consultazione referendarie di domenica. E fin qui nulla di nuovo; la sorpresa e l'indignazione di Ceraolo sono emerse quando nel prosieguo della lettera si segnalava che tali importi, 16.800 euro, sarebbero inferiori, del 57 per cento in meno, rispetto alla somma stanziata in occasione del precedente referendum di aprile per il quale a Sacile erano stati assegnati 37mila euro. Ma non basta. La lettera - a quanto si apprende - rammenta che eventuali spese eccedenti rispetto alla somma assegnata (16.800 euro), e cioè 20.200 euro, resteranno a carico dell'Ente.
Una somma, quella stanziata, che non dovrebbe consentire, a detta del responsabile del Servizio elettorale del Comune della Destra Tagliamento, di coprire nemmeno le spese per il lavoro straordinario che il personale dell'Ufficio elettorale sta svolgendo e dovrà svolgere, quelle dell'allestimento dei seggi elettorali, quelle degli elettricisti, per le pulizie e per il casermaggio del personale di custodia dei seggi. Ceraolo fa sapere di aver immediatamente informato l'Anci in quanto, ha sostenuto il sindaco, il problema non riguarda solo Sacile.
Michelangelo Scarabellotto
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Il Gazzettino