Sono tutti nomadi che vivono un tenore di vita molto sospetto. Certo, nello loro

Sono tutti nomadi che vivono un tenore di vita molto sospetto. Certo, nello loro
Sono tutti nomadi che vivono un tenore di vita molto sospetto. Certo, nello loro fedine penali c'è tutto quello che uno può immaginare. Truffe, rapine, furti, riciclaggio,...

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Sono tutti nomadi che vivono un tenore di vita molto sospetto. Certo, nello loro fedine penali c'è tutto quello che uno può immaginare. Truffe, rapine, furti, riciclaggio, sequestro di persona e riduzione in schiavitù di minori dediti all'accattonaggio. È motivata fin sopra le righe la richiesta del pubblico ministero Roberto Piccione di sequestrare l'impero dei nomadi Braidich e Duric di Correzzola. Il sostituto procuratore ha chiesto la misura di prevenzione patrimoniale, che mira ad eliminare dal circuito economico legale i beni e le attività illecitamente acquisiti. Ma i giudici del Tribunale collegiale, presieduti da Nicoletta De Nardus, non possono accogliere l'istanza del pubblico ministero, che si basa sulle indagini compiute dagli investigatori del Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza. Ebbene, i beni che dovrebbero essere sequestrati sono stati acquistati quando i proprietari avevano la fedina penale quasi pulita. Insomma, i Braidich e i Duric hanno un santo nel loro paradiso che li consiglia come agire quando investono i sospettosi guadagni. E i giudici scrivono: "Ritiene il Tribunale che quanto a Braidich Lidia, Duric Nebojsa e Nikolovski Verica difetti all'evidenza il presupposto della pericolosità sociale dei prevenuti rispetto al momento dell'acquisto dei beni di cui viene chiesta la confisca". Lo dice la Corte di Cassazione: "La Suprema Corte ha ben chiarito come dalla funzione preventiva della confisca discende che intanto può essere oblato un determinato bene in quanto chi lo abbia acquistato sia, durante l'acquisto, soggetto pericoloso e le modalità di acquisizione del bene siano avulse da un contesto di liceità".

Due immobili a Correzzola e Sant'Angelo di Piove, due appezzamenti di terreno, rispettivamente a Correzzola e Piove di Sacco, quest'ultimo con un fabbricato di tipo rurale, una Ford Fusion e una Mercedes classe C220. Sono questi i beni, per un valore complessivo stimato nell'ordine del mezzo milione di euro, di cui il pubblico ministero Piccione chiedeva il sequestro a fini di confisca. La misura patrimoniale doveva essere inerente ai beni di Lidia Braidich, 56 anni, proprietaria dell'area in cui risiedono i tre nuclei familiari, del figlio Daniele Braidich, 39 anni, di Nebojsa Duric, 51 anni, e di Verika Nikolovski, di 44 anni, tutti residenti nel quartier generale di via San Giuseppe, a Correzzola. Ma i difensori dei nomadi hanno presentato documenti per dimostrare che al momento dell'acquisto dei beni non c'era la pericolosità sociale. Un'abitazione è stata acquista anche con i soldi del nonno, "persona benestante".

Lidia Braidich, figura imponente, ha accumulato condanne per sequestro di persona, false dichiarazioni sull'identità personale e oltraggio a pubblico ufficiale. Daniele Braidich vanta precedenti per rapina, estorsione, truffa e riciclaggio. Il reato più odioso è però quello di cui si è macchiato Nebojsa Duric, condannato nel 2011 per riduzione in schiavitù di minori dediti all'accattonaggio. Il 31 dicembre 2012 ha lasciato la casa di reclusione di Padova dopo aver finito di scontare la pena. Anche Verika Nikolovski ha un precedente per impiego di bambini nell'accattonaggio.
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Il Gazzettino