Sono oltre mille i ciclisti morti sulle strade negli ultimi quattro anni (dati Istat-Aci

Sono oltre mille i ciclisti morti sulle strade negli ultimi quattro anni (dati Istat-Aci
Sono oltre mille i ciclisti morti sulle strade negli ultimi quattro anni (dati Istat-Aci 2015/2012), una media superiore ai 250 decessi ogni 12 mesi, uno ogni 35 ore, un bilancio...

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Sono oltre mille i ciclisti morti sulle strade negli ultimi quattro anni (dati Istat-Aci 2015/2012), una media superiore ai 250 decessi ogni 12 mesi, uno ogni 35 ore, un bilancio che purtroppo è anche superiore se si analizzano i dati a partire dal 2001: si passa dai 366 morti del 2001 ai 251 del 2015 (ultimi dati ufficiali a disposizione) per un totale di 4.534 morti. Senza contare le migliaia di feriti che si registrano ogni anno per incidenti stradale con biciclette coinvolte. La tragica morte di Michele Scarponi evidenzia quello che è un problema che interessa l'intero Paese (con un picco nel Nordest), tanto che anche la politica sta cercando di mettere un freno a questa mattanza con la presentazione di un provvedimento salva-ciclisti: «Non solo abbiamo approvato la legge sull'omicidio stradale ma abbiamo anche presentato un provvedimento tre giorni fa», ha detto il ministro dello Sport, Luca Lotti.

I dati Aci-Istat dimostrano che i ciclisti morti sulle strade sono di tutte le età, uomini e donne, come anche le migliaia di feriti. Michele Scarponi forse senza saperlo era nel cuore di molti. Lo amavano i suoi compagni di ciclismo, lo stimavano gli appassionati di sport. Il re dei gregari, l'uomo che tirava la carretta in gara, trascinando il capitano al successo era un personaggio molto popolare anche al di là delle due ruote. Il ct della nazionale di ciclismo Davide Cassani ha twittato: «Ieri in corsa. Si affianca a me. Michele sorride, come sempre. Contento per la vittoria. Parla del Giro. Ora son qui a piangerlo. Dio mio». È sotto choc Vincenzo Nibali. Fabio Aru parla di «tragedia infinita» e l'Astana scrive «tragedia troppo grande per essere commentata». «Profondamente colpito» il presidente del Coni Giovanni Malagò, che ha disposto un minuto di silenzio in tutte le competizioni.
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Il Gazzettino