Sono davvero pochi gli elementi di novità emersi dall'intervento di Donald Trump alle Nazioni Unite circa la sempre più grave escalation della crisi coreana. Il presidente ha...
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Ogni test nordcoreano indebolisce il ruolo degli USA dimostrando la loro incapacità di proteggere i propri alleati regionali. Non è un caso che i nordcoreani abbiano accelerato i programmi atomico e missilistico a partire dal 2002, in seguito alle operazioni statunitensi in Afghanistan e Iraq dopo gli attentati dell'11/9 e all'inserimento del regime di Pyongyang nel cosiddetto Asse del Male coniato da George W. Bush e rispolverato ieri da Trump. La riedizione di questa compagine di Stati canaglia allargata ai movimenti insurrezionali e terroristici rappresenta forse l'unico elemento di novità annunciato ieri all'Onu in cui Trump ha accomunato Corea del Nord, Venezuela, Iran, Siria, al-Qaeda, Hezbollah, Stato islamico e Talebani. Più che altro un elenco dei cattivi quello di Trump con il rinnovato Asse del Male che traccia da un lato parallelismi già noti ai tempi dell'Amministrazione Bush.
Dall'altro lato però le affermazioni di Trump circa i nemici sono contraddittorie. L'accusa di terrorismo all'Iran appare insostenibile, specie se viene dagli Usa che sono stretti alleati delle monarchie sunnite del Golfo che da sempre sostengono il jihadismo sunnita. Hezbollah è nemico di Israele e combatte in Siria al fianco di Assad contro al-Qaeda, Stato Islamico e altre milizie jihadiste armate coi dollari da Usa, sauditi ed emirati. Curiosamente i protagonisti principali del conflitto siriano risultano accomunati dalla Casa Bianca sotto la definizione di Asse del Male. Trump allarga gli orizzonti bellici ma senza una strategia precisa e in nome di una dottrina confusa, se non ambigua, che sembra improntata all'improvvisazione o alla precisa volontà di destabilizzare quanto più possibile le aree più critiche del pianeta.
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Il Gazzettino