Sonego (Mdp): «Per dieci anni troppi favori ai Governi»

Sonego (Mdp): «Per dieci anni troppi favori ai Governi»
L'AFFONDOUDINE «Tondo e Serracchiani, entrambi nella trappola della logica del governo amico. Il primo per compiacere Berlusconi, la seconda Renzi». Nel giorno in cui il Pd...

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L'AFFONDO
UDINE «Tondo e Serracchiani, entrambi nella trappola della logica del governo amico. Il primo per compiacere Berlusconi, la seconda Renzi». Nel giorno in cui il Pd mette al centro delle sue riflessioni in vista delle regionali del 2018 l'autonomia e la specialità della Regione, il senatore pordenonese dell'Mdp, Lodovico Sonego, tira fuori una tabella con la comparazione del costo dei due Patti finanziari con lo Stato firmati rispettivamente da Renzo Tondo nel 2010 e da Debora Serracchiani nel 2014. E li boccia senza riserve entrambi. Anzi, li considera espressione di una stessa linea politica che ha fatto, nella sua visione, gli interessi del Governo di turno.

Il Patto Tondo-Termonti dal 2011 al 2017 aveva previsto un esborso pari a 2,590 miliardi, con un pagamento effettivo di 1,940 miliardi e una cedola dal 2018 al 2030 di 370 milioni l'anno (effettivi 350), che sarebbe diventata perpetua dopo tale data. Il Patto Serracchiani-Padoan, nei conteggi diffusi da Sonego, ha migliorato «parzialmente» la situazione, consegnando comunque allo Stato tra il 2014 e il 2017 una cifra pari a 1,590 miliardi. Inoltre, aggiunge il senatore, «entrambi hanno rinunciato a ricorrere alla Corte costituzionale rispetto a ulteriori richieste finanziarie da parte dello Stato».

Perciò, si chiede Sonego, «di quale autonomia parlano Serracchiani e Bolzonello»? Il periodo 2008-2018 «è un decennio perduto. Tondo dal 2010 al 2017 ha regalato a Roma 1,9 miliardi e da allora in poi 350 milioni perpetui annullando i 400 milioni annui di entrate extra ottenute da Illy con Prodi. Serracchiani nel 2014 ha solo mitigato il disastro di Tondo». Il Patto con Padoan, aggiunge, «doveva essere rinegoziato entro il 30 giugno 2017, la nuova intesa non c'è e la presidente tace. Dica, invece, al Consiglio e alla comunità regionale sollecita che cosa pensa di fare». Tondo e Serracchiani si somiglierebbero, inoltre, per «non aver usato la fiscalità di vantaggio» e nei cinque anni Serracchiani «le competenze della Regione sono rimaste le stesse».
A.L.
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Il Gazzettino