«Solo un quarto dei giovani si sposa e tiene viva la coppia»

«Solo un quarto dei giovani si sposa e tiene viva la coppia»
Coppie di fatto e unioni gay da un lato, denatalità e sempre meno famiglie dall'altro per mille motivi, da quelli sociali-culturali a quelli economici. È un quadro difficile da...

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Coppie di fatto e unioni gay da un lato, denatalità e sempre meno famiglie dall'altro per mille motivi, da quelli sociali-culturali a quelli economici. È un quadro difficile da conciliare con quelli che sono i fondamenti della Chiesa.

Un panorama di fronte al quale il vescovo Lucio Soravito evidenzia che «in Polesine sta avvenendo ciò che accade altrove, la tendenza a ridurre la scelta di fare famiglia. Il 50 per cento dei giovani preferisce convivere senza renderla la coppia solida e aperta alla vita. È impressionante, poi, che la metà di chi si sposa, poi si separi. Così la famiglia sta riducendosi, ma se muore questa, muore la società. Se continua così, dicono gli studi, fra 70 anni in Italia ci saranno solo dieci milioni di persone, perché non nascono figli. E Il Polesine è tra le province a più bassa natalità».
Così ciò che può fare per la Chiesa, per la propria parte, «è aiutare a far riscoprire il ruolo vitale dalla famiglia nella società, aiutare i giovani a fare questa scelta e poi a essere perseveranti nella vita di coppia, comprendendo che in due deve prevalere l'altruismo, rispetto a una società che oggi spinge l'individualismo, l'autonomia, l'amore vissuto in modo egoistico, narcisistico. Per questo a ottobre prossimo Papa Francesco aprirà il sinodo sulla famiglia».
Anche la politica ha un ruolo.
«Certo, deve promuovere il bene comune del quale la famiglia è cellula, mentre si dà più risalto ad altro, il dibattito è scivolato sulle coppie gay mentre la gente si sposa, divorzia,si risposa...».
Un altro fronte caldo è l'immigrazione. In Polesine non si è agli scontri sociali, ma si notano fastidi tra la gente.

«Non sono pochi gli stranieri che arrivano e non solo al'Africa: si scappa da fame e guerre, ma anche ci si sposta per vivere meglio. Bisogna saper accogliere. Sia il Polesine che il mio Friuli hanno vissuto grandi emigrazioni per lavorare. Noto che molti immigrati fanno altrettanto, sono corretti. È anche vero, però, che ci sono anche immigrati pericolosi: si deve intervenire bloccando i comportamenti illeciti allontanando chi è violento, un criminale, creando spazi di lavoro per gli onesti».
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Il Gazzettino