Soldi solo alla Sanità che funziona

Soldi solo alla Sanità che funziona
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TRIESTE - Una nuova logica di finanziamento alle Aziende sanitarie in base alla fruizione effettiva dei servizi e nessun taglio governativo ai fondi della Sanità regionale, per la semplice ragione che il Friuli Venezia Giulia si autofinanzia con ben oltre 2 miliardi di euro all'anno il proprio Servizio sanitario. Ma piuttosto un'opportunità dal piano di revisione della spesa per 2,3 miliardi definito dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, con le Regioni eccettuate quelle "ribelli" del Nord: Veneto, Liguria e Lombardia.

Lo spiega al Gazzettino l'assessore regionale Maria Sandra Telesca, che aggiunge: «Le opportunità stanno nelle risorse che lo Stato mette in campo per finanziare gli investimenti». Soldi concepiti per le grandi opere in Sanità, che tuttavia possono servire anche per l'acquisto mirato di nuovi macchinari di eccellenza. Nessuno, al momento, può azzardarsi a fare cifre, ma è certo che non si tratti di bruscolini bensì di decine di milioni che il Fvg potrebbe investire in qualità dei servizi da garantire ai propri cittadini.
Nel bilancio della Regione per il 2014 si era accusata una contrazione delle risorse alla Sanità per circa 40 milioni di euro, cifra ora ridotta per il 2015 a circa 30 milioni anche alla luce della manovra estiva di assestamento che sta per approdare in Consiglio a Trieste.
Quanto alle prescrizioni del ministro Lorenzin, «non si va contro il Patto della salute - chiarisce Telesca - ma anzi si forniscono indicazioni che in larga misura noi in Fvg abbiamo già messo in campo da soli». Ad esempio l'acquisto centralizzato dei beni, ora affidato dalla Regione ad un ente appositamente dedicato, ma anche i costi standard aziendali e l'appropriatezza delle cure e dei farmaci.
Telesca sottolinea anche la razionalizzazione dei posti-letto e delle Strutture operative complesse (Soc), che non poche polemiche ha generato fra i primari, la cui pianta organica formale prevede 80 tagli dei quali, tuttavia, 40 già di fatto in essere.
L'altra novità importante viene dall'affiancamento della logica dei costi-standard a quello del grado di utilizzazione dei servizi sanitari nelle varie Aziende: «D'ora in avanti non assegneremo i soldi soltanto sulla base dei costi ma anche dell'efficienza, dell'effettiva utilità delle strutture». In altre parole, Telesca spiega che «se si mette a disposizione un determinato servizio ma i cittadini si servono di una struttura analoga altrove, finanzieremo la seconda».
Si chiama "mobilità interaziendale" ed è un vero e proprio guanto di sfida a ogni forma d'inefficienza o impropria allocazione delle risorse.

Ma per far questo occorre ottenere una "fotografia" affidabile e ad alta definizione dello stato di fatto: «No problem - taglia corto Telesca - a fine anno avremo tutte le informazioni necessarie».
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Il Gazzettino