Soldi e posti di lavoro per gli appalti Finisce in manette il sindaco di Trani

Soldi e posti di lavoro per gli appalti Finisce in manette il sindaco di Trani
TRANI - «Qui comandiamo noi, si fa quello che diciamo noi». Non usavano la diplomazia per pilotare gli appalti e imporre assunzioni nelle società comunali i sei presunti...

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TRANI - «Qui comandiamo noi, si fa quello che diciamo noi». Non usavano la diplomazia per pilotare gli appalti e imporre assunzioni nelle società comunali i sei presunti componenti del comitato politico-affaristico arrestati ieri mattina dalla Digos di Bari su disposizione della magistratura di Trani. Gli appalti venivano pilotati in cambio di richieste di denaro (dai 5.000 ai 10.000 euro) e posti di lavoro. Le assunzioni nelle società comunali erano invece imposte per sistemare anche amici e parenti dei consiglieri di opposizione e per guadagnarsi il loro appoggio incondizionato in Consiglio comunale. Se qualcuno faceva opposizione, spuntava subito la minaccia del licenziamento o il mancato rinnovo del contratto a termine. A capo del comitato politico-affaristico - secondo l'accusa - c'era il sindaco di Trani, Luigi Nicola Riserbato (centrodestra) finito agli arresti assieme ad altre cinque persone. Oltre a Riserbato, eletto nel 2009 consigliere provinciale della Bat con la "Puglia prima di tutto", il partito fondato all'ex ministro Raffaele Fitto (Fi), ai domiciliari è finito il funzionario comunale Edoardo Savoiardo. Sono stati invece portati in carcere l'ex vicesindaco Giuseppe Di Marzio (Fi), il consigliere comunale Nicola Damascelli (movimento Schittulli), l'ex consigliere Maurizio Musci (Fi) e l'ex amministratore dell'ex municipalizzata Amiu, Antonello Ruggiero. Pesanti le accuse: associazione per delinquere, concussione, corruzione e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente.

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Il Gazzettino